I compagni dell’US Torre Calcio di Padova lo aspettavano al campo sportivo di casa per il match delle 14.00, lo scorso 19 novembre, ma quel giorno nessuno lo ha visto giungere in sella alla sua motocicletta.
Emanuele Piccolo, uno studente di scuola superiore di 18 anni, a quella partita del campionato dilettanti non è mai arrivato: il giovane è rimasto vittima di un incidente stradale a circa un centinaio di metri da casa sua, a Villanova di Camposampiero, nel padovano. Il ragazzo ha perso il controllo della sua Kawasaki 600 e si è schiantato prima contro un ponticello, poi contro un albero nei paraggi. Il doppio impatto è stato fatale.
Sul luogo della tragedia è arrivata di corsa la compagna del padre. La donna ha visto con i suoi occhi il corpo senza vita del ragazzo steso a terra e la moto sbalzata in un fossato, 70-80 metri più avanti. Poco dopo è sopraggiunto anche il papà della vittima, il 55enne Nicola Piccolo, scoppiato in pianto misto di rabbia e disperazione.
Per il genitore si tratta di un altro colpo durissimo da attutire: dieci anni fa – riporta il Corriere del Veneto – l’uomo aveva già perso la moglie a causa di una malattia. La sorte si è dunque accanita ancora, in modo crudele, contro di lui.
A nulla sono serviti i soccorsi del 118. La dinamica dell’accaduto è ancora in fase di accertamento, ma le autorità ipotizzano che la motocicletta di Emanuele abbia perso improvvisamente aderenza a causa dell’asfalto umido.
Il mancato arrivo di Emanuele al campo sportivo di via Luxardo ha messo in agitazione compagni e dirigenti della squadra juniores dell’US Torre Calcio. Il direttore sportivo Ivo Segafreddo ha contattato la famiglia e ha saputo per primo dell’incidente.
La partita è cominciata alle 15.00, con un’ora di ritardo. Poi, nel dopo-gara, la tragica notizia della morte di Emanuele è arrivata nello spogliatoio della squadra di casa: “Quando lo abbiamo comunicato ai ragazzi sono scoppiati tutti a piangere”, ha raccontato Segafreddo.
Emanuele frequentava la quinta superiore all’Istituto Levi Ponti di Mirano, dove era nato prima di trasferirsi con la famiglia: a fine anno si sarebbe dovuto diplomare all’indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica”. Tutti lo descrivono come un ragazzo attaccato alla vita, allo studio e allo sport, cresciuto in fretta per via della morte della madre, avvenuta quando lui aveva appena otto anni.
Il giovane militava nell’US Torre Calcio da circa tre anni: “Un ragazzo tranquillo, posato, mai fuori dalle righe, sempre educato – ha ricordato Sandro Scantamburlo, vicepresidente e direttore sportivo della prima squadra – Abbiamo perso un giocatore appassionato, che aveva voglia di impegnarsi e dare il massimo. Ci uniamo al dolore per il ragazzo che non c’è più”.
Il giorno seguente al campo di via Luxardo erano in programma altre partite, che vedevano impegnati i giocatori di altre fasce di età. Si sono svolte tutte – riferisce Il Gazzettino – anticipate da un minuto di silenzio. Ma questo non è bastato ad evitare alcune polemiche per la mancata sospensione delle gare da parte della Federazione calcistica.
“È stata una mattinata dominata da un’atmosfera surreale. Genitori e ragazzi non capivano come mai le partite non erano state sospese. Molti hanno chiesto di non giocare in segno di rispetto per la morte di Emanuele. Tutta la società aveva il lutto nel cuore e pensare di svolgere manifestazioni agonistiche era improponibile”, ha raccontato ancora Segafreddo.
Lo stesso direttore sportivo ha riferito che la Figc non ha disposto il rinvio delle gare in programma per “difficoltà oggettive nel recuperare le partite”.
Il caso ha voluto che domenica 20 novembre fosse anche la giornata nazionale dedicata proprio alle vittime della strada. I dati diffusi dall’Istat parlano di 1450 decessi nei primi sei mesi del 2022, in aumento del 15,3% rispetto al 2021.
Fonte: Fanpage