Impiantato in Italia il primo bronco 3D su bimbo di 5 anni: è la prima volta in Europa

3 Dicembre 2019 - 20:17

Impiantato in Italia il primo bronco 3D su bimbo di 5 anni: è la prima volta in Europa

Per la prima volta in Europa, un bronco 3D è stato impiantato in un bambino di cinque anni: l’operazione è stata effettuata all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, ed è un passo molto importante per la chirurgia. L’intervento è riuscito e il piccolo, affetto da broncomalacia, adesso respira autonomamente e non ha più bisogno dell’ausilio delle macchine. Il bronco è stato stampato in 3D con materiale bio-riassorbibile che, in circa due anni, sarà eliminato dall’organismo: intanto aiuterà l’apparato respiratorio a crescere, e restituirà la funzionalità al bronco compromesso. L’organo in 3D è stato interamente progettato al Bambin Gesù tramite avanzate tecniche di imaging e biongegneria che hanno consentito la buona riuscita dell’operazione, effettuata dai medici un mese fa, il 14 ottobre 2019. Il piccolo sta bene e adesso è tornato a casa.

L’intervento complesso e delicato è durato otto ore ed è stato eseguito il 14 ottobre 2019 dal dottor Adriano Carotti, responsabile dell’Unità di funzione di cardiochirurgia complessa con tecniche innovative, in collaborazione con i chirurghi delle vie aeree del Laryngo-Tracheal Team, diretto dal dottor Sergio Bottero. Prima dell’operazione, ogni notte il bambino aveva bisogno del supporto dei macchinari per respirare: le difficoltà erano causate da uno schiacciamento del bronco tra l’arteria polmonare sinistra e l’aorta toracica discendente.

Il progetto del Bambin Gesù basato su uno studio dell’Università del Michigan
Ci sono voluti sei mesi affinché tutto questo fosse possibile. I medici del Bambin Gesù hanno realizzato il progetto partendo da uno studio dell’Università del Michigan negli Stati Uniti, dove sono stati eseguiti i primi impianti di questo tipo. Il bronco è stato disegnato appositamente per il bambino, ed è stato stampato con un composto bio-riassorbibile fatto di policaprolattone e idrossiapatite. “I dispositivi 3D realizzati con materiale riassorbibile, destinati a scomparire e ad assolvere la loro funzione in maniera poco traumatica, rappresentano la nuova frontiera della chirurgia delle vie aree in età pediatrica – spiega il cardiochirurgo Adriano Carotti – Presto potranno sostituire completamente gli stent di silicone, facilmente dislocabili, e gli stent metallici che, una volta inglobati nella parete della via aerea, non sono più rimovibili e possono interferire con la crescita dell’apparato respiratorio del bambino. Il bronco 3D impiantato sul nostro piccolo paziente, invece, scomparirà dall’organismo nel giro di un paio d’anni. È ragionevole pensare che, nel frattempo, avrà indotto la generazione di una reazione fibrosa peribronchiale che in qualche modo ‘sostituirà’ la funzione della cartilagine rovinata: il bronco sarà così in grado di sostenersi da solo e avrà la possibilità di svilupparsi e di continuare a crescere”.

fonte: Fanpage