Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, a Tgcom24 ha illustrato le sue idee che cercherà di proporre al governo nei prossimi giorni. Un Green
pass che consentirà una progressiva libertà anche nelle zone gialle e arancioni. Niente quarantena obbligatoria per i vaccinati, unica
dose di vaccino per chi ha avuto il Covid (non oltre i 12 mesi) . “Credo che potrà e dovrà essere fatto un aggiustamento sulla quarantena per i
vaccinati”, ha detto Sileri, “così come consentire l’eterologa”, il mix di vaccini fra prima e seconda dose, “anche sopra i 60 anni. Insisto da tanto
su questo e spero di essere prima o poi più ascoltato”. Il primo punto, sostiene Sileri, è la quarantena per chi si è vaccinato contro Covid con ciclo completo.
“Perché se prendo un aereo e davanti a me c’è un positivo” oggi “io rischio la quarantena anche se ho fatto le due dosi. Se già diciamo che, come accade
per esempio negli Usa, non si fa la quarantena se si sono fatte le due dosi di vaccino, questo è un buon incentivo per la vaccinazione, perché dà libertà e sicurezza maggiore”.
Sono, ha continuato Sileri, “piccole cose che invogliano”. L’altro aspetto, cioè consentire la vaccinazione eterologa anche sopra i 60 anni
“darebbe una maggiore flessibilità” nelle scelte e “aiuterebbe” l’adesione all’iniezione scudo. Anche le vaccinazioni in azienda potrebbero
contribuire? “Per questo potrebbe servire una norma ma è da valutare con estrema attenzione. Sicuramente – sostiene – se le prime dosi dovessero
stopparsi improvvisamente perché le persone non si vaccinano allora qualcosa dovrà essere pensato. Perché si capisce bene il rischio di avere un
50% di popolazione vaccinata e un 50% che rimane un serbatoio virale. Ma io sono molto fiducioso che non servirà altro e che la popolazione ha
capito perfettamente, dopo 130mila morti” avuti nel Paese causa pandemia. “Molte persone non si vaccinano perché hanno ancora anticorpi dopo aver avuto
il virus 8 mesi fa. È chiaro che dobbiamo cambiare quella norma che prevede la possibilità di fare una dose unica entro 6 mesi da quando si è avuta l’infezione e portare questa
soglia a un anno”. “La via italiana al Green pass è antecedente a quella francese, consentirà una progressiva libertà, ne verrà fatto un uso progressivo a seconda del rischio di
assembramento e della circolazione del virus. Non è motivo di restrizione – ha assicurato – ma motivo di apertura contro le restrizioni che invece
potrebbero esserci in assenza di green pass”. “Il virus nei giovanissimi – sottolinea – spesso passa come un raffreddore o in forma asintomatica,
Ma se anche fosse solamente uno in cui non passa in forma asintomatica, perché morire a 20 anni per un virus che puoi facilmente fronteggiare con un vaccino?”
“Chiede il sottosegretario. «Il consiglio che do ai docenti è di vaccinarsi – ha aggiunto – Il punto più importante è che devono farlo per loro stessi.
E’ il docente di 50 anni che si prende il virus e non è protetto dal vaccino rischia” maggiormente “di andare in terapia intensiva. Il mio consiglio dunque è: vaccinatevi per voi stessi,
prima ancora che per gli altri”. Soprattutto gli insegnanti andranno nelle scuole dove sotto i 12 anni il vaccino non esiste ancora e quindi la circolazione virale in quelle classi e il rischio potrà essere più alto.