Il padre di Vanessa Zappalà: «L’ex Antonino Sciuto duplicò le chiavi di casa per spiarci dal sottotetto e la pedinava con un Gps». L’ ultimo post di Vanessa su Fb: “Non puoi mostrare il mare a chi non sa nuotare”

24 Agosto 2021 - 12:34

Il padre di Vanessa Zappalà: «L’ex Antonino Sciuto duplicò le chiavi di casa per spiarci dal sottotetto e la pedinava con un Gps». L’ ultimo post di Vanessa su Fb: “Non puoi mostrare il mare a chi non sa nuotare”

Sul pendio ,della più bella terrazza dell’Etna, come chiamano Trecastagni, echeggia la disperazione ,
di una madre ,che non si rassegna, all’idea di avere perduto la figlia

Uccisa , da un ex fidanzato, un balordo in fuga con la pistola del delitto, prima di farla finita:

«S’impicco? Ora ‘u Signuri c’avi a pinsari».

Si danna Antonia Lanzafame che, avvertita nella notte, dalla villetta ,
in pieno centro, ha svegliato il marito, separato nella casa lì, a due passi ,
dove Vanessa Zappalà ,doveva rientrare dopo la passeggiata notturna ,
tra i faraglioni di Aci Trezza.

«Non torna più nostra figlia…».
È la stessa disperazione di questo padre cinquantenne, i calli alle mani ,
di chi impasta cemento, il cuore grande, anche con il ragazzotto, che non gli piaceva ,ma che per rendere felice,
sua figlia ,l’anno scorso accolse in casa, ospitandolo per una convivenza culminata in litigi continui.

E da questi litigi bisogna partire ,
per capire come si è arrivati alla doppia tragedia finale, nonostante le denunce di stalking, i pedinamenti e l’arresto ,di uno psicopatico ,
convinto di essere uno 007,
pronto a spiare le vite ,
degli altri ,con acrobatici stratagemmi.

Seguiva e spiava sua figlia Vanessa?

«Quando dopo botte e parolacce mia figlia l’ha mollato, quando io gli ho tolto le chiavi di casa, ha cominciato ad appostarsi ,per ore sotto, le finestre o davanti al panificio dove Vanessa lavorava».

Per questo lo avete denunciato?

«Dopo la frattura di dicembre, dopo un inverno passato da Vanessa,
prigioniera in casa per paura di incontrarlo, dopo mille minacce,
abbiamo dovuto mettere nero su bianco.

Perché abbiamo scoperto ,
che con un duplicato , delle chiavi la sera si intrufolava ,nel sottotetto di casa mia, una sorta di ripostiglio, ,
e dalla canna del camino ascoltava le nostre chiacchiere».

«Con una diavoleria elettronica.
Con dei Gps, delle scatolette nere, piazzate sotto la macchina ,
di Vanessa e sotto la mia.

Come hanno scoperto i carabinieri quando finalmente, chiamati da mia figlia,
lo hanno arrestato».

Il maresciallo, un sant’uomo, dà il suo cellulare a mia figlia: “Chiamami in ogni momento, notte e giorno, se c’è bisogno”.

Un padre di famiglia.
Prontissimi sempre tutti i carabinieri, ma forse ,dovevamo fare noi, tutti di più, anche protestando per le leggi balorde di questo Paese, per la disattenzione finale…».

Da metà giugno le minacce si erano affievolite?

«Per due mesi non lo abbiamo più visto. Ma 15 giorni di pace c’erano stati,
anche mentre si appollaiava nel sottotetto.

Si sarà placato, speravo.
E forse nelle ultime settimane lo ha sperato anche Vanessa che, fino a prima di Ferragosto, continuava a vivere da reclusa, con il terrore di incrociarlo.

Com’è poi accaduto in questa notte ,
che resterà l’incubo anche per i figli dell’assassino».

Aveva figli?

«Un maschietto di 10 anni ,
e una bimba di 5.
Dal primo matrimonio.
E mia figlia ,che l’anno scorso li faceva giocare, comprando loro regalini, quando non aveva capito di avere a che fare con un pazzo…».