Il marito di Laura Santi: «Ciao amore, ciao vita: così mi ha detto addio. Poi ho pianto a dirotto»

23 Luglio 2025 - 11:23

Il marito di Laura Santi: «Ciao amore, ciao vita: così mi ha detto addio. Poi ho pianto a dirotto»

“Le ho detto ‘sentiti libera’. L’ho lasciata sola. Poi ho pianto a dirotto: un pianto vero, come non mi era mai capitato”. Sono le parole che Stefano Massoli racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Marito di Laura Santi, giornalista cinquantenne che il 21 Luglio si è auto-somministrata l’eutanasia, ponendo fine alla sua vita e al suo malore – la sclerosi multipla. Insieme da 25 anni, Massoli racconta la lotta alla malattia e, in un certo senso, alla vita, compiuta con la moglie, fino alla vittoria finale.

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Dopo la domanda “vuoi che rimanga un altro po’?” della moglie, Massoli racconta di aver risposto con sicurezza di no, conscio del bisogno di libertà che attanagliava la compagna. Le ultime parole, “ciao amore, ciao vita” della donna rivolte al marito, risposte da un “vai amore, sei libera”. Poi il gesto, compiuto in solitudine, mentre Massoli aspettava fuori dalla stanza, “sono uscito nel momento esatto in cui ha cominciato l’autoinfusione. Mi sono messo in disparte, come voleva lei, per non condizionarla dal punto di vista emotivo”.

Una data come un’altra, racconta il marito, senza un particolare significato, dopo anni di lotte per ottenere il suicidio assistito e l’ipotesi di andare a morire in Svizzera. “Abbiamo fatto tre prenotazioni negli ultimi mesi e tutte e tre le volte abbiamo disdetto perché, quando eravamo vicino al giorno della partenza, arrivava qualche mezza risposta che ci faceva sperare in una soluzione qui, finalmente”. Voleva essere l’ultimo regalo di compleanno, come desiderava Laura, “per festeggiare i suoi 50 anni”. Nessun annuncio, pochi lo sapevano, per evitare condizionamenti, giusto “due sue amiche carissime, un amico mio e Filomena Gallo, dell’Associazione Coscioni (della quale Santi era attivista, ndr). Non sapevano niente nemmeno familiari e amici, non ha voluto vedere o salutare nessuno perché non voleva che qualcuno intervenisse per provare a dissuaderla”.

“Non era mia moglie, era il mio tutto”, racconta Massoli, rispecchiando le parole che la moglie gli aveva rivolto. “Felicità” è la parola con cui descrive lo stato di Santi nei suoi ultimi minuti, conscio che quello fosse il suo ultimo desiderio, per liberarsi dalla condizione in cui non riusciva più a vivere. Di fede agnostica, nessuna parola risentimento dal marito verso la chiesa, “l’arcivescovo della diocesi di Perugia, Ivan Maffeis, ci è sempre stato vicino. Ha applicato la pietas umana”.

Un’esperienza che lascia Massoli con un senso di orgoglio, “per essere stato al fianco di una donna del genere e per aver combattuto e vinto assieme a lei questa battaglia”. Dopo una decisione che non è stata semplice e che gli ha provocato sofferenze ripetute, ma sempre sommesse, per non scoraggiare la moglie, il marito la ricorda con soddisfazione e sicuro di aver compiuto insieme la scelta migliore. “Ho lasciato in sala i suoi vestiti e i suoi libri. Anche se non c’è più, c’è come non mai. Sono contento di questo risultato, ora so che voglio continuare a impegnarmi su questo fronte, in suo nome e in suo onore”.

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Fonte: Corriere