E’ la storia di una delusione che non diventa ragione di resa ma spinta a conservare lo sguardo critico e libero sulla realtà e ad esigere per sestessi sempre la verità.
Mai un suo succedaneo che accontenta le cosciense annebbiandole.
Una bellissima scrittura con pagine dolenti che vogliono essere ciniche e che non riescono a diventare cattive.
Dedicato a un padre che ha insegnato e praticato l’antagonismo che a Napoli è dato anche e spessissimo solo dalla testimonianza morale contro la melassa dei luoghi comuni.
Si parla della terra dei fuochi ma si arriva a toccare le radici di una sconfitta che è stata segnata e che lo sarà chissà per quanto tempo ancora, dalla malattia e dalla morte di cittadini inermi di bambini innocenti.
E’ vero come è scritto nella prefazione, che decidere se il libro sia letteratura inchiesta autobiografia è impossibile. Quello che è certo è che è un gran bel libro.