La corte d’assise d’appello di Trieste ha confermato la sentenza di assoluzione arrivata in prima istanza per il killer dominicano di 30 anni
L’uomo era accusato dell’uccisione di due agenti di polizia in una questura della città il 4 ottobre 2019.
Meran, che era stato dichiarato non imputabile per vizio di mente, era stato ricoverato in una Rems per almeno 30 anni.
La notizia ha suscitato reazioni contrastanti tra i familiari delle vittime e la stampa locale.
Alcuni, infatti, hanno commentato la sentenza con un misto di rassegnazione e sconcerto, manifestando la propria delusione per l’ennesimo episodio di violenza sul lavoro degli agenti di polizia.
Altri, invece, hanno espresso solidarietà nei confronti del killer, evidenziando l’importanza di non condannare una persona che non ha commesso un reato, in virtù dei propri disturbi mentali.
In questo delicato contesto, l’aspetto più sfaccettato da analizzare riguarda la questione della salute mentale, argomento che è stato oggetto di numerose polemiche in tempi recenti.
La vicenda di Meran, infatti, si incrocia con quella del cosiddetto “Decreto Rocco”, che ha sollevato dubbi sulla sicurezza dei locali di custodia per i malati di mente.
Indipendentemente dalle posizioni assunte sui differenti fronti, risulta evidente come la delicata questione della salute mentale necessiti di una maggiore attenzione e sensibilità da parte delle istituzioni preposte.
Solo in questo modo si potranno attuare politiche pubbliche efficaci per prevenire episodi di violenza e garantire la tutela dei diritti e della dignità delle persone affette da disturbi mentali.
L’omicidio di questi due giovani servitori dello stato è una vera e propria sconfitta da parte di tutti.
Perdiamo due persone importanti, ma soprattutto al momento ci troviamo davanti ad una situazione assurda visto che nessuno pagherà per la loro morte.
Fonte: Open
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