Il green pass non servirà per accedere in chiesa. Lo ha precisato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Per messe e funzioni religiose, quindi, non sarà necessaria la certificazione verde
che attesti la vaccinazione, la guarigione dal Covid o un tampone negativo eseguito non oltre 48 ore prima.Restano invariate le regole anti-Covid per partecipare alla messa, distanziamento, mascherina
obbligatoria e igienizzazione delle mani. La Conferenza episcopale italiana si è mossa comunque in anticipo, rispetto al nuovo provvedimento del governo, e una decina di giorni fa, in coincidenza
con l’apertura dell’anno pastorale, ha dato indicazione a tutti i vescovi a sollecitare i fedeli a vaccinarsi, con un invito particolare per gli operatori, sacerdoti in primis, ma anche catechisti, cantori, volontari a vario titolo.
Nessun obbligo vero e proprio da parte dei vertici di una Chiesa, che fin dall’inizio ha sostenuto la campagna vaccinale mettendo a disposizione anche i propri locali per effettuare le inoculazioni.
La prima diocesi a rispondere all’appello della Cei è stata quella di Milano, che tra l’altro è anche la più grande diocesi del mondo. Già a partire dal 20 settembre nelle parrocchie milanesi sacerdoti e
operatori devono avere ricevuto la prima dose da almeno 14 giorni o essere guariti da meno di 180 giorni dal Covid o aver fatto un tampone negativo nei due giorni precedenti.
Bisogna quindi aver fatto quello che serve per ottenere il Green pass anche se formalmente il certificato non sarà richiesto. I vescovi del Lazio esortano “con molta fermezza”, tutti coloro che possono,
“a vaccinarsi: presbiteri, religiosi e operatori pastorali”. “Ben oltre gli obblighi, siamo consapevoli che è in gioco il bene comune”, dicono i vescovi, che fanno riferimento alle parole di Papa Francesco che ha
definito la vaccinazione contro il Covid “un atto d’amore”. Un appello alla vaccinazione è stato lanciato a Firenze dal cardinale arcivescovo Giuseppe Betori: “Non cadiamo nel tranello di chi vorrebbe farci vedere
nel vaccino una violenza fatta alla nostra libertà”. Le attività di culto non sono mai rientrate nell’obbligo di Green pass; come anche sono state libere dalla certificazione verde tutte le attività di oratorio con i
ragazzi e i centri estivi organizzati dalle parrocchie. Il Green pass dal 6 agosto è richiesto però, anche nelle parrocchie, per i servizi di ristorazione svolti al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; musei e mostre; convegni.