“Anche a Fuorni problemi di sovraffollamento, di malasanità, di ritardi della magistratura di sorveglianza, celle fatiscenti; sono stati questi i temi posti
al centro sia di una lettera che mi hanno inviato i detenuti che della protesta effettuata nella mattinata odierna. Oggi, incontrando i detenuti nei vari reparti, ho
potuto riscontare e raccogliere queste criticità. Incredibilmente, dopo aver effettuato il tampone l’esito sia della positività che negatività al covid-19 viene
comunicato, in qualche caso, da alcuni dei loro familiari, prima che dalla stessa direzione sanitaria dell’Istituto.
Nei singoli reparti non c’è uno spazio
sanitario, tutto fa riferimento ad un’unità centrale. Ho visto diversi detenuti malati, anche malati oncologici o con malattie post operatorie, che stanno nelle celle normali
insieme agli altri detenuti. Mi auguro che al più presto anche questo carcere si doti di un servizio di assistenza integrata, un reparto di infermeria perché il diritto
alla salute, alla dignità del detenuto alla vita è fondamentale come la certezza della pena”.
Così Samuele Ciambriello, Garante Campano
dei detenuti, all’uscita dal carcere salernitano dopo un’intera mattinata passata a girare i singoli reparti dell’Istituto, accompagnato dalla
direttrice dell’Istituto Rita Romano, dalla comandante Grazia Salerno, ha potuto ascoltare le testimonianze, le lamentele, e le ragioni delle proteste fatte dei
detenuti rappresentate della sezione 3A e 3B da una delegazione dell’alta sicurezza e delle donne.
Oggi, in istituto si contano 413 uomini, di
cui 70 dell’alta sicurezza, 34 donne, 17 semiliberi che sono in licenza straordinaria nelle rispettive abitazioni, nonché la presenza di 7 detenuti ristretti
nell’articolazione psichiatra.
Samuele Ciambriello così prosegue la dichiarazione dopo la sua visita odierna in questo carcere, dove purtroppo registra
anche diversi positivi al Covid: 7 detenuti e 21 agenti di polizia penitenziaria. “La struttura dovrebbe avere un vice-direttore che purtroppo non c’è, un comandante, e due
vice che non ci sono; c’è solo una vicecomandante che esercita la funzione di comandante. Mancano 34 agenti dal numero previsto secondo pianta organica. Durante i
turni notturni, all’interno dell’Istituto, restano appena 9 agenti a custodire l’intero istituto. La politica non potenzia il numero degli agenti di polizia
penitenziaria, non potenzia il numero di educatori e assistenti sociali. Tra l’altro i detenuti si sono lamentati proprio dell’assenza delle assistenti sociali,
dell’ UEPE, assenza spesso delle loro relazioni nelle sedute della magistratura di sorveglianza. Sulla magistratura di sorveglianza si sono lamentati con me: in
qualche caso le udienze sono state addirittura fissate dopo la prevista scarcerazione, altri detenuti, in particolare donne, per un periodo sono
uscite in permesso e adesso invece questo permesso è stato negato. Un’ultima considerazione riguarda i professionisti della sanità privata che hanno difficoltà
nell’accesso in Istituto, in primis dentisti a cui non vengono concessi spazi e attrezzature sanitarie presenti all’interno dell’ Istituto”. Il Garante Samuele
Ciambriello conclude con due belle note di colore: “Mi ha fatto piacere che un gruppo di detenuti delle sezioni 3A e 3B dopo aver ricevuto materiale per la tinteggiatura e
pulizia di alcuni reparti, volontariamente e gratuitamente hanno effettuato un restyling della struttura. Inoltre, sono grato ai 9 detenuti che lavorano nel reparto mascherine perché mi hanno regalato
10.000 mascherine da portare ai detenuti e agli agenti del carcere di Poggioreale”.
Prima di fare la sua visita il Garante, all’ingresso del carcere ha incontrato un
gruppo di familiari dei detenuti che, insieme a Donato Salzato dell’associazione “Maurizio Provenza”, gli hanno rappresentato, oltre le problematiche dei propri congiunti, anche le lungaggine
burocratiche per l’attesa dei colloqui e la precarietà dello spazio antistante il carcere dove loro attendono per poter fare i colloqui. Su questo argomento il Garante
ha detto loro che nei prossimi giorni scriverà al Sindaco di Salerno per chiedere un prefabbricato con relativi servizi igienici da collocare nello spazio
antistante il carcere, per rendere meno problematica e disumana le attese prima del colloquio.