Molto probabile l’ipotesi che la Campania cambi colore e passi in zona arancione.
Cala l’indice Rt in Campania e anche i 21 indicatori di rischio, presi in considerazione nel monitoraggio del ministero della Salute, finalmente forniscono dei segnali incoraggianti e mostrano un deciso rallentamento della crescita dei contagi. L’indice di infettività Rt è in costante ribasso: dal valore di 1,62 registrato l’8 novembre tale parametro ha perso circa 5 lunghezze attestandosi, il 15 novembre, a 1,11. Solo sotto il valore 1 il profilo di crescita dei casi tende realmente ad appiattirsi e in effetti ciò è accaduto per la prima volta domenica 22 novembre, quando Rt è finalmente sceso sotto 1, a 0,99. Dal 22 novembre la situazione è sostanzialmente stabile per le terapie intensive e in calo per le degenze in medicina dove si sono liberati una manciata di posti letto.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri, durante un’intervista rilasciata al Tg5, si è lasciato andare a un pronostico: “Sarebbe molto bello che molte regioni rosse diventino arancioni o gialle. Questo significherebbe che molti cittadini di quelle comunità territoriali potrebbero beneficiare di misure meno penalizzanti”.
Se la regione dovesse diventare zona arancione, verrà meno del divieto di spostamento all’interno del proprio comune ma rimarrà comunque valido il coprifuoco dalle 22 alle 5. Anche nelle zone arancioni è vietato spostarsi al di fuori del proprio comune e della propria regione salvo che per comprovate necessità e motivi di lavoro, studio e salute. Rimangono chiusi al pubblico bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie che possono continuare a effettuare esclusivamente servizi d’asporto (fino alle 22) e a domicilio. A poter aprire in area arancione sono invece i negozi di tutti i tipi (non più soltanto quelli alimentari), compresi quelli di estetica e i centri commerciali (che però rimangono chiusi nei giorni festivi e prefestivi).