Il caso di Guendalina Tavassi e del video intimo girato con il marito , rubato è finito in rete: è revenge porn

25 Novembre 2020 - 19:41

Il caso di Guendalina Tavassi e del video intimo girato con il marito , rubato è finito in rete: è revenge porn

Non si trattava, stavolta, della vendetta di un ex che non si rassegna, come capita spesso alle vittime di Revenge Porn, ma anche la violenza e l’abuso subiti da Guendalina Tavassi, 34 anni, ex concorrente del Grande Fratello 11, ora influencer e personaggio tv noto al pubblico Mediaset, è un grave reato che oggi viene punito grazie alla legge in vigore dall’agosto 2019. Di che si tratta? Tavassi, che è mamma di tre bambini, e suo marito, Umberto D’Aponte, pochi giorni fa si sono accorti che in rete, attraverso Telegram, circolava liberamente un loro video intimo, un video privato e che tale sarebbe dovuto restare, visto che fare l’amore e anche filmarlo, se lo si desidera, non è un reato. Non solo, in rete circolavano anche foto e altre informazioni private, segno evidente che gli account di Guendalina e del marito erano stati violati. Immediatamente la coppia ha denunciato tutto alla polizia postale.

Come personaggio pubblico Guendalina e il marito hanno poi lanciato un appello in rete: «Adesso chiunque sta divulgando questi video, li sta salvando e verrà denunciato alla polizia per risalire a chi è stato a rubarmi tutte le informazioni e tutte le mie cose private. Anche solo tenere questi video è reato». E anche ieri Guendalina e il marito hanno ripetuto l’apello a non salvare, non divulgare, ma cancellare subito foto e video.
Nella sua prima storia sull’argomento postata su Instagram, Tavassi ricordava tra le lacrime, anche qualcosa che, purtroppo non è ancora ben compreso: «sono una mamma, ho dei figli, un marito e divulgare le cose che appartengono alla vita privata, oltre che illegale, va a rovinare la vita delle persone».

Guendalina Tavassi lo ha poi ribadito anche a Pomeriggio 5, il salotto pomeridiano di Barbara D’Urso su Canale 5: «Quello che mi è successo è una cosa schifosa che ha fatto male a me e alla mia famiglia, ma bisogna parlarne perché tutti devono sapere che è un reato grave ed è qualcosa che viola le persone e i loro cari. Anche la mia figlia più grande ha visto tutto».
Il caso della coppia Tavassi D’Aponte arriva pochi dopo quello della maestra della scuola dell’infanzia torinese, anche lei vittima di revenge porn, che si è trovata licenziata dopo che un suo video privato era stato diffuso in rete dagli amici dell’ex fidanzato. Caso che ha provocato una grande eco mediatica proprio per la catena di reazioni suscitate e per la colpevolizzazione subita dalla vittima.
Al punto che molti personaggi pubblici sono intervenuti pubblicamente per ricordare che il reato è commesso da chi ruba e da chi diffonde i video. E, nel caso della maestra torinese, anche dalla dirigente scolastica che l’ha licenziata.
L’avvocato della coppia Tavassi D’Aponte ha ribadito la gravità del reato commesso da chi, non solo per primo ha rubato il materiale, ma contribuisce a farlo circolare in rete come prevede la legge di Revenge Porn. E ha ricordato che tutto il tracciamento è in mano alla Polizia Postale.