Il periodo di caldo record si appresta alla sua conclusione, lasciando spazio ai temporali.
Gli effetti si stanno manifestando già in varie zone d’Italia. Ad esempio in Val di Fassa, dove sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia. Oppure a Brescia, dove l’esondazione del torrente Re in Valcamonica ha costretto due comuni all’evacuazione. O ancora in Valle d’Aosta, dove molte zone sono senza acqua da qualche giorno, poiché una frana ha invaso un torrente, danneggiando un ponte e l’acquedotto. Anche Biella è stata colpita da un forte temporale, e il vento ha causato il crollo di un albero che si è abbattuto sul tetto di una casa.
Secondo il meteorologo di 3B Meteo Edoardo Ferrara, questi sono i segnali di una lunga, imminente instabilità climatica. In un’intervista rilasciata del Resto del Carlino, egli afferma: “Si apre la settimana più dinamica dell’estate sull’Italia. Questi temporali interessano sia il nord sia il sud, con una circolazione di bassa pressione. Domani (oggi, ndr) e martedì (domani, ndr) ci saranno rovesci sulle regioni centromeridionali, nelle aree appenniniche, ma anche sulle coste di Versilia e Spezzino. Al nord domani (oggi, ndr) avremo qualche temporale, tra il nordest e l’Emilia Romagna, ma meno frequenti rispetto al weekend.
L’instabilità rimarrà nei giorni a seguire, un po’ in tutta Italia, mentre in Toscana, Umbria e Marche le previsioni sono di una maggiore stabilità. L’incertezza durerà sicuramente fino a venerdì, ma queste piogge non risolveranno il problema della siccità. Servirebbero rovesci più “democratici” per riempire le falde acquifere”.
Le temperature record finora registrate non torneranno, dichiara Ferrara, “anche se si raggiungeranno punte di 32-34 gradi sul Tirreno e il nord-ovest. Ma di certo non avremo i 38-40 gradi di luglio. Dopo Ferragosto invece potrebbe esserci un nuovo flusso instabile dal Nord Europa, con altri temporali. Non significa che avremo una pioggia costante ovunque: solo il tempo sarà inaffidabile”.
Massimiliano Fazzini, docente all’Università di Chieti Pescara e responsabile nazionale del Gruppo sul rischio climatico della Società italiana di geologia ambientale, sostiene che alla base ci sia un’estremizzazione del clima: “Su Alpi e Pre-alpi in estate temporali, anche forti, specie nella prima decade di agosto, sono sempre avvenuti. Ma su territori più vasti e in tempi più distanziati uno dall’altro. Con l’enorme energia accumulata negli ultimi mesi e lo zero termico a quasi 5 mila metri d’altezza, l’arrivo di una modesta quantità di aria più fresca da Nord ha scatenato eventi distruttivi. Se alcuni anni fa un temporale poteva far cadere 50 mm di pioggia, ora ne provoca 100”.