Il 2 marzo 2006 due banditi incappucciati portano via un bambino di 17 mesi da casa: il piccolo Tommy sarà trovato morto un mese dopo in una discarica. È stato massacrato di botte

2 Marzo 2022 - 12:27

Il 2 marzo 2006 due banditi incappucciati portano via un bambino di 17 mesi da casa: il piccolo Tommy sarà trovato morto un mese dopo in una discarica. È stato massacrato di botte

La sera del marzo del 2006, la famiglia Onofri è seduta a tavola per cena.

Paolo, sua moglie Paola, Sebastiano,
7 anni e il piccolo Tommaso, 17 mesi, sono riuniti nel tinello del casolare.

Mentre mamma Paola dà da mangiare a Sebastiano e il piccolo Tommy va via la luce.

Dopo aver acceso le candele sul tavolo, Paolo, esce dalla stanza diretto verso l’interruttore, ma torna indietro con un balzo, respinto da qualcuno.

Due uomini con il volto coperto fanno irruzione nel tinello.

Uno dei due punta una pistola sulla nuca di Tommy, che scoppia in lacrime,
vengono fatti sdraiare sul pavimento e legati con il nastro adesivo.

Sentono i ladri fuggire, l’incubo è finito.

Il pianto di Tommy però non si sente più: distesa a terra Paola intravede i piccoli piedini che si allontanano.

Nel giro di qualche ora i carabinieri stanno pattugliando la zona e l’indomani, tutta Parma,
tutta l’Italia, parlano del rapimento del piccolo.

I genitori rivolgono diversi appelli pubblici ,dando a chiunque tenesse
Tommy in ostaggio precise indicazioni su come debba essere accudito.

Gli inquirenti intanto cominciano a farsi alcune domande.

Paolo dirige un ufficio delle Poste Italiane, e anche Paola lavora alle Poste.

Una delle prime piste investigative seguite, a quel punto, è quella della ritorsione.

L’attenzione allora si sposta sugli operai che hanno eseguito i lavori in casa Onofri.

Fondamentale ,si rivela il ritrovamento di un’impronta su un frammento di nastro adesivo ,lasciato la sera del rapimento di Tommaso.

Mario Alessi, manovale,
viene indagato per falsa testimonianza e concorso in sequestro.

Quell’uomo ,dal sorriso cinico
ha un passato che fa venire i brividi:
è stato condannato agli arresti domiciliari per aver violentato una ragazza davanti al fidanzato carabiniere, che aveva costretto ad assistere.

Alessi confessa di aver rapito Tommy,
ma non vuole dire dov’è e tira in ballo un complice, Salvatore Raimondi, pregiudicato.

Dopo aver negato di aver toccato quel bambino, infine, Alessi ammette:
“Non cercatelo più, è morto.
È stato ucciso un’ora dopo essere
uscito di casa”.

La notizia viene data dal telegiornale in un’edizione straordinaria, prima 
che la famiglia sia stata avvertita.

Paola lo scopre così, anche se in cuor suo, sapeva, da quando lo aveva visto portare via dal casolare, che non lo avrebbe più rivisto.

Il piano messo a punto da Alessi,
con la complicità della compagna Antonella Conserva e di Raimondi,
era quello di rapire il bimbo e chiedere ai familiari un riscatto.

Dopo aver preso Tommy, però, qualcosa è andato storto e Alessi, rimasto solo col piccolo, lo ha ucciso.

Tommy è stato strangolato fino a fratturargli la mandibola, peso a calci e a pugni, ha sofferto tantissimo.

Impossibile stabilire il movente.
Tutti e tre gli artefici del piano vengono condannati dal tribunale di Bologna.

Ergastolo per gli esecutori materiali, 24 anni per la Conserva.

Le indicazioni di Alessi hanno portato sul posto sono medici, poliziotti, magistrati.

Per cercare il corpicino sotto rovi e sterpaglie gli agenti usano un forcone.

Lo conficcano nel terreno piano piano, con prudenza, con delicatezza, quasi nel timore di fare male al piccolo.

Ogni movimento è carico di dolore, di emozione, di tenerezza.

Alla fine, sotto 30 centimetri di terra spunta il pigiamino di Tommy. 

È intatto, la terra lo ha protetto dalle intemperie, gli animali selvatici non lo hanno sfiorato.

Dilaniata resta solo la famiglia di Tommy, le loro vite sventrate dalle indagini, i segreti scoperchiati, la fiducia reciproca spezzata.

Paolo Onofri morirà di infarto qualche anno dopo.