Paula,lavorava come cameriera a Trastevere,quando ritornata a casa dopo il lavoro iniziò ad accusare un dolore.
Il giorno dopo si sentì davvero male tanto da chiamare il 118:la prima chiamata alle 13.03,la seconda alle 14.13,la terzaalle 14.57 la quarta alle 15.29 con la sorella che ha urlato al telefono: “Sono due ore e mezzo che aspetto, mia sorella sta peggiorando che cavolo fate?”. Alle ore 17.14 è morta, a causa di uno shock settico causato da ulcera duodenale perforata. Aveva 29 anni.
Il primo sintomo lo ha avuto pochi giorni prima,accusando forti crampi addominali e recandosi al pronto soccorso.
Una volta arrivata, le sono stati somministrati antidolorifici ed effettuati alcuni esami. Era notte fonda e, verso le ore 4, Paula ha comunicato l’esito degli esami alla sorella: secondo quanto giudicato dai medici si sarebbe trattato di una possibile colite. “Me ne sono andata perché non mi volevano dare niente”, ha raccontato in un audio con voce tremante.
Il giorno dopo è proprio lì che è rimasta: ha passato tutta la giornata nella sua abitazione e non è riuscita neppure ad alzarsi dal letto. Due giorni dopo, sabato 23, è iniziato il suo calvario. La ragazza ha detto alla sorella, Rebecca: “Non sento più mani e piedi”. A poco a poco le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare. Nel frattempo le telefonate al 118 sono continuate e, dall’altra parte del telefono, Rebecca ha iniziato a spiegare i sintomi: “Non ha più sensibilità alla lingua”, ha detto la prima volta. “Non ci vede più”, ha aggiunto dopo, prima di evidenziare il colore del corpo: “È tutto viola”.
Il personale sanitario composto da medici e infermieri è arrivato soltanto alle 15.40, dopo due ore e 37 minuti dalla prima chiamata. Le condizioni ormai erano molto peggiorare,tanto da dover constatare il decesso circa un’ora e mezza dopo.
Secondo i medici la ragazza sembrerebbe sia morta per overdose.
Ma Paula non ha mai assunto droghe e Rebecca lo sa. Eppure i medici hanno iniziato a cercare nel comodino, nel comò e nell’armadio di Paula, cercando farmaci o pasticche.
La famiglia della ragazza ha presentato un denuncia insieme al penalista Aurelio Padovani che, insieme alle altre avvocate della famiglia, Lina Monaco e Sara De Vincenzi, ha dichiarato: “Noi attendiamo con fiducia l’esito delle indagini perché, al momento, ci sono tanti sospetti e nessuna certezza”. La famiglia, infine, ha aggiunto: “Ad oggi, l’unico dato certo è il fatto che nostra figlia sia morta in circostanze del tutto ambigue e paradossali e che non abbia ricevuto le giuste attenzioni e cure da chi è a ciò predisposto”.
Fonte: Fanpage