Lunedì scorso, un’esplosione nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, ha causato la morte di cinque lavoratori. Le vittime sono tre autotrasportatori e due manutentori. Si trovavano vicino alle cisterne esplose quando la deflagrazione li ha travolti senza pietà.
Le vittime sono Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti. Lavoravano in Italia, spostandosi da un luogo all’altro per svolgere i loro compiti. Martinelli, Corso e Pepe erano autotrasportatori, impegnati nel trasporto di carburante. Cirielli e Baronti facevano parte della squadra di manutenzione proveniente dalla Basilicata. Tutti lavoratori esperti, impegnati nel duro lavoro di ogni giorno.
L’esplosione ha provocato anche una ventina di feriti, di cui due in gravi condizioni, ricoverati al Centro Grandi Ustioni di Cisanello a Pisa. Con il recupero dell’ultimo corpo da parte dei vigili del fuoco, il bilancio è diventato definitivo: cinque morti e una ferita grave. Non ci sono più dispersi. Ora è il momento del dolore e della memoria.
Questi lavoratori, tutti italiani, erano uomini di fatica e di sacrificio. Hanno girato il Paese in cerca di un futuro migliore, portando avanti il loro lavoro con impegno. La tragedia di Calenzano lascia un vuoto profondo nelle loro famiglie e in tutta la comunità che li ha conosciuti.
La drammatica esplosione è un doloroso promemoria dei rischi che corrono ogni giorno coloro che lavorano in settori pericolosi, come il trasporto e la manutenzione in impianti industriali. Il ricordo di queste vittime rimarrà impresso nella memoria di tutti.
Fonte: Fanpage.it