È di questa mattina la notizia dell’accordo tra Hamas e Israele per il cessare il fuoco in Palestina ed il rilascio dei rispettivi ostaggi: in primo piano, però, c’è Donald Trump che ora ha un obiettivo preciso.
L’accordo firmato nel corso dei negoziati di Sharm el-Sheik ha sancito dunque il cessate il fuoco è il rilascio degli ostaggi. Il presidente degli USA, Trump ha sempre sottolineato il ruolo da comprimario degli Stati Uniti come mediatori di questi negoziati. Il tycoon americano non ha mai dichiarato esplicitamente di ambire al Premio Nobel, ma fonti vicine a lui non hanno mai negato la possibilità, anzi, hanno sempre affermato l’ipotesi di una sua candidatura. Importante è inoltre l’episodio di qualche mese fa, quando, durante un incontro alla Casa Bianca, Benjamin Netanyahu, premier israeliano, aveva riferito a Trump di volerlo presentare tra i candidati del Nobel per la Pace.
Ma come funziona l’assegnazione del Premio Nobel? I candidati ed i proponenti delle candidature restano segreti per 50 anni. Non è possibile pertanto ricostruire tutti i candidati in lizza per il premio, in questo caso quello per la pace. Talvolta, però, sono gli stessi proponenti a dichiarare di aver presentato la candidatura di un profilo. E chi sono i proponenti? Possono essere parlamentari, ex capi di Stato, professori universitari di specifiche discipline, direttori di istituti per la pace e membri di ONG premiate in passato.
Ad ogni modo, il Premio Nobel per la Pace verrà assegnato domani, 10 ottobre. Oslo sarà la sede della cerimonia, che si terrà a dicembre. Lo scenario che vede Trump insignito del Nobel non è remoto, anche se insieme a lui figurano altri importanti nomi, su tutti, la “piantagrane” come definita dallo stesso Trump, Greta Thunberg; e Yulia Navalnaya vedova di Alexei Navalny, simbolo della resistenza al regime russo.
Fonte: tgcom24