Rimborsi di viaggi per quest’estate: come richiederli. Abbiamo parlato delle importanti votazioni che si stanno tenendo a Bruxelles. Il tema del turismo è stato uno di quelli più discussi e l’implementazione del cosiddetto “green pass“ ha avuto largo consenso con quasi 600 voti a favore. Ricordiamo che questo green pass non è altro che un certificato digitale che attesta la buona salute del cittadino o la sua eventuale negativizzazione da covid. Il possesso del Pass consente all’utente di viaggiare liberamente per il vecchio continente. L’ implementazione del green pass segue il notevole slancio dato alle vaccinazioni dalle varie nazioni , in primis l’Italia, dove si attestano sulle 600.000 dosi inoculate al giorno. Questo boom dei vaccini ha consentito che si verificasse un “tutto esaurito“ delle prenotazioni e ha rimesso in moto l’economia degli spostamenti e del turismo tra un paese e l’altro. Ora però sorge un altro problema. Con le vaccinazioni si sono raggiunti notevoli risultati quali una drastica riduzione di casi covid ,ma è anche vero che il virus circola ancora. E per queste ragioni che va affrontato un argomento altrettanto importante ossia i cosiddetti rimborsi dovuti in caso di malattia. Spieghiamo in breve cosa si può fare per non perdere i propri soldi nel caso in cui malauguratamente si contragga il coronavirus.
I rimborsi come garanzia essenziale per le partenze
C’è da dire che la voglia di vacanze quest’anno ha assunto dei livelli massimi. Infatti, dopo due anni di lock down si è registrata una forte voglia degli italiani di andare in vacanza. Soprattutto in questi ultimi due mesi, con l’annullamento in primis del coprifuoco , gli italiani non hanno perso tempo a prenotare in villaggi, case, e agriturismi per l’estate. Ovviamente le mete più gettonate sono quelle balneari ,tant’è vero che i vari campeggi e agriturismi del Sud Italia sono stati presi d’assalto e ad oggi è quasi impossibile trovare posto. Oltre alle località balneari, gli italiani hanno però manifestato un notevole interesse per i viaggi nelle capitali europee, quali Parigi, Londra e Madrid, che sono state oggetto di tantissime prenotazioni. Stesso dicasi per le città d’arte italiane quali Napoli, Roma, Venezia e così via, che lentamente stanno riprendendo il loro trend abituale per quanto riguarda l’ afflusso dei turisti. C’è da dire che il virus sta rallentando proprio a seguito della campagna vaccinale promossa dai paesi europei, ma non è del tutto estinto. La domanda che ci poniamo tutti è quindi cosa fare se prima di partire si risultasse positivi a un test antigenico o a un tampone. È ovvio che a seguito di una eventualità del genere, ossia la positività dell’utente, non si potrà partire per le agognate vacanze. Ma gli italiani si chiedono se si potrà ottenere un rimborso di ciò che è stato speso, nel caso estremo in cui si contrae la malattia.
Come ottenere i rimborsi in caso di positività al COVID -19
Molti italiani hanno deciso di partire affidandosi alle offerte dei tour operators. Bisogna ricordare che in alcuni casi non esiste una regolamentazione per i rimborsi. Astoi Confindustria Viaggi raccomanda ai propri tour operators una certa elasticità nella gestione dei potenziali annullamenti dei viaggi. Si consiglia così a coloro che non possono partire causa covid- 19 di chiedere agli alberghi, tour operator o alle varie strutture turistiche se è possibile ottenere un annullamento gratuito o uno spostamento del viaggio in caso di positività. Le varie agenzie sono già corse ai ripari. Infatti, molto spesso viene disposto un “voucher” a favore dell’utente da utilizzare successivamente. Questi “buoni” hanno una validità piuttosto estesa che va dai 18 ai 24 mesi. Al termine dei 24 mesi previsti, nel caso in cui i voucher non siano stati utilizzati per cause di forza maggiore , esiste la possibilità del rimborso dell’intera somma pagata. Perciò si consiglia ai clienti di sottoscrivere un’assicurazione che li tuteli nel caso di annullamento del viaggio all’ultimo momento.
Le polizze che regolano i viaggi
C’è da dire che nelle polizze proposte non ci sono specifici riferimenti al COVID-19 come causa di annullamento del viaggio, anche se giuridicamente il coronavirus è paragonato a tutte le malattie. In altre invece vi sono specifici riferimenti al COVID-19 con la copertura di ogni spesa medica effettuata comprese spese accessorie come il rimpatrio, il trasporto sanitario e così via. Contrarre una polizza assicurativa risulta essere la soluzione più idonea per tutti, anche se molte strutture alberghiere hanno creato condizioni a favore dei cittadini. Infatti, è prevista la cancellazione della prenotazione ma con la sottoscrizione di una penale da pagare che diventa sempre maggiore quanto più si è vicini alla data di prenotazione della struttura alberghiera. La sottoscrizione della penale però non ha frenato la voglia di vacanze degli italiani. Ricordiamo inoltre che le strutture alberghiere scelte per le proprie vacanze molto spesso acquistano dei pacchetti sanitari specifici per l’emergenza COVID-19 e che vengono proposti in maniera gratuita ai clienti. Questi “pacchetti “sono particolarmente importanti perché garantiscono la piena assistenza medica e psicologica all’interno della struttura nel caso in cui i clienti contraggano il virus COVID-19.
La tutela non solo negli alberghi ma anche nelle case vacanze
E‘ consuetudine da parte degli italiani affidarsi nelle prenotazioni alle varie “app” create proprio per questi fini. Basti pensare alle piattaforme AIRBNB o BOOKING che mettono a disposizione degli utenti , con un click sul cellulare, molteplici offerte di vacanze da sfruttare. Ora però bisogna capire cosa succede quando si deve rinunciare al soggiorno prenotato su queste piattaforme in caso di positività al covid. Ebbene esistono procedure diverse. Sull’app AIRBNB c’è una data di riferimento, il 14 marzo 2020 e tutte le prenotazioni effettuate dopo la data suddetta possono essere annullate. Infatti, in questa app si invitano tutte le strutture alberghiere inscritte sulla piattaforma a rimborsare totalmente l’ importo fino a un giorno prima della partenza. Può essere previsto anche una sorta di “rimborso moderato “con un indennizzo della tariffa fino a 5 giorni prima della partenza. Tra le varie opzioni , in caso di positività al covid ,è prevista la possibilità di spostare anche la data. Tutto questo perché i vari “host” iscritti sulla piattaforma vogliono che i clienti, una volta effettuato il soggiorno nelle loro strutture, possano esporre recensioni positive che permettano ai gestori di avere sempre più ospiti e dunque di usufruire di una pubblicità favorevole per le loro strutture. Per quanto riguarda la piattaforma BOOKING le cose non vanno diversamente. Si può chiedere la cancellazione e il rimborso del soggiorno per tutte le prenotazioni che siano state effettuate prima del 6 aprile 2020 ma non per quelle successive. Nelle casistiche per le quali si può chiedere l’annullamento è previsto non solo la positività al coronavirus, ma anche il vedersi negato l’ingresso per motivi sanitari nel paese nel quale si intendevano passare le proprie vacanze. Bisogna ricordare che queste cause di forza maggiore possono essere estese anche al singolo individuo a cui è stata negata la possibilità di viaggiare a seguito della frequentazione di strutture infette , obbligandolo alla quarantena. Se non è presente quella “flessibilità” di cui abbiamo parlato è molto probabile che non si possa ottenere il rimborso dell’ importo speso in caso di mancata partenza, quindi è consigliabile da parte di tutti gli addetti al turismo delle opzioni che comprendano il caso di una qualsiasi cancellazione dovuta ai motivi più disparati.
Il rimborso dovuto in caso di viaggio in treno
Le compagnie ferroviarie, come nel caso Trenitalia, promuovono un rimborso integrale in caso di positività al COVID-19. Una volta accertata la presenza della malattia il risarcimento avviene compilando un modulo online e questo indennizzo consiste o un rimborso totale della somma o in una sorta di “buono” da sfruttare nell’arco di 24 mesi.
I rimborsi che si possono richiedere in caso di prenotazione aerea
Ora veniamo all’argomento che più ci interessa, ossia la presenza o meno di un rimborso in caso di viaggio aereo. Questo mezzo di trasporto e ‘uno dei più usati da parte degli italiani per raggiungere mete esotiche o anche per arrivare con facilità nelle varie capitali europee. La pandemia in corso ha causato la cancellazione di moltissimi voli aerei, anche all’improvviso, lasciando molti passeggeri a terra. Nel caso in cui si verifichi l’annullamento del volo, il passeggero avrà diritto a un voucher da sfruttare per un altro volo o comunque entro un periodo di tempo limitato. Questo “bonus di viaggio” non comprende l’ indennizzo totale nel caso in cui il soggetto si ammali di coronavirus. molte compagnie aeree, nonostante le disposizioni legislative ,non sono favorevoli al rimborso del biglietto né a concedere un voucher. Questo complica terribilmente le cose in quanto molto spesso si è ricorso a vie legali per far valere le proprie ragioni con conseguenti spese processuali e onorari da pagare agli avvocati. In questi casi i contribuenti potranno rivolgersi ad associazioni a difesa dei viaggiatori . Alcune compagnie aeree mettono gratuitamente a disposizione dei viaggiatori questa assicurazione mentre per altre è facoltativa ed ha dei costi da pagare a parte. Si consiglia di leggere con attenzione le condizioni di assicurazioni per conoscere esattamente l’ importo che la Compagnia elargirà in caso di verificarsi dell’evento e le eventuali scoperture.