Ha strangolato a mani nude una 23enne incinta, per estrapolare dal suo ventre il feto e spacciarlo come proprio figlio. La sua esecuzione capitale è la prima da 70 anni negli Usa

13 Gennaio 2021 - 11:04

Ha strangolato a mani nude una 23enne incinta, per estrapolare dal suo ventre il feto e spacciarlo come proprio figlio. La sua esecuzione capitale è la prima da 70 anni negli Usa

L’esecuzione di Lisa Montgomery, la prima donna americana a subire la pena di morte da 70 anni a questa parte, è avvenuta mediante una iniezione letale. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha appena divulgato la notizia. La sua esecuzione aveva subito una sospensione lo scorso martedì, al fine di verificare, previa perizia psichiatrica, la capacità di intendere e di volere della donna.

La vicenda

La condanna alla pena marziale di Lisa fu stabilita in seguito ai fatti cruenti del dicembre 2004. Risale a quel periodo l’assassinio, da parte di Montgomery, della 23enne incinta Bobbie Jo Stinnett. Subito dopo averla strangolata a mani nude e uccisa, Lisa ha esportato il feto dal grembo materno, con l’intento di spacciare il bimbo miracolosamente sopravvissuto come il proprio figlio.

Montgomery nel 2004, per compiere il suo crimine nefando cercò dapprima la vittima (una donna incinta) sul web. Poi si presentò a casa di Bobbie Jo Stinnett, in Missouri, fingendo di voler acquistare uno dei cuccioli di cane allevati dalla donna, che a quel tempo era all’ottavo mese di gravidanza. Ma, una volta entrata, la strangolò e le tagliò il ventre con un coltello da cucina per estrarre la bambina, ancora viva. La bambina è ora in età adolescenziale e vive con il padre.

La difesa

Gli avvocati di Montgomery difendono la donna ponendo l’attenzione soprattutto sui vari abusi sessuali subiti da bambina, da parte del padre e con la complicità silente della madre. Tali violenze avrebbero causato “danni cerebrali e gravi malattie mentali”. Il suo legale, l’avv. Henry Kelley, ha affermato che “la bieca sete di sangue di un’amministrazione fallita era più che visibile”.

“Tutti quelli che hanno partecipato all’esecuzione di Lisa Montgomery dovrebbero provare vergogna. Il governo non si è fermato davanti a nulla, zelante nel voler uccidere questa donna con problemi e delirante”, ha proseguito. Lisa Montgomery è l’undicesima tra i detenuti che hanno ricevuto una iniezione letale nel carcere dell’Indiana dal mese di luglio, da quando l’allora presidente degli USA Donald Trump, accanito sostenitore della pena di morte, ha permesso la ripresa di esecuzioni federali, dopo ben 17 anni dall’ultima esecuzione.

Il suo passato

Non si può negare che Montgomery avesse alle spalle una vita piena di abusi e tormenti: violentata dal patrigno, aveva poi subito le minacce dalla madre che lo aveva scoperto; alcolizzata, aveva alle spalle anche due matrimoni in giovane età conclusi rovinosamente, il più recente sotto il peso di nuove violenze.

Aveva, inoltre, avuto quattro figli, fino a quando era sopraggiunta anche una sterilizzazione che non aveva mai davvero accettato. Una vicenda davvero straziante, in cui le vittime e i carnefici si intrecciano fra loro, rendendo davvero difficile accettare i contesti di violenza efferata che trovano spazio in questa parte di universo.

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