A Kiev, ma anche nelle altre zone dell’Ucraina, l’assalto degli invasori russi va ben oltre gli obiettivi militari. Palazzi bombardati, civili uccisi, giornalisti di nuovo nel mirino. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, è il nuovo volto di Mosca.
La sua presenza a Kiev non lascia più dubbi, spiega meglio di qualsiasi analisi quali siano le reali intenzioni di Putin in Ucraina: “Arrendetevi, o vi finiremo, vi stermineremo tutti”, dice in un video su Telegram. Sostiene di essere in un bunker sotterraneo nella periferia della Capitale.
Il Cremlino non ha smentito, ha semplicemente detto di “non avere informazioni”. Un ex parlamentare ucraino ha messo una taglia su Kadyrov, promettendo una casa e un terreno a chi lo ucciderà.
Secondo Kiev è anche imminente la partecipazione all’invasione dell’esercito bielorusso. Dice il Centro ucraino per le comunicazioni strategiche che il pretesto sarebbe la risposta a un raid aereo attribuito a
Kiev, ma orchestrato da Mosca. Intanto, secondo la Cnn, un corridoio via terra è stato realizzato dai russi tra la Crimea e il Donbass. In particolare ora dai territori già presi nel 2014 c’è
la possibilità di raggiungere Mariupol e questo consente all’esercito di Putin di avere il sostegno dei ribelli della Repubblica Popolare di Donetsk. Ma la guerra non è solo a Est. Tutt’altro. Un attacco aereo sulla torre della tv a
Rivne, ad ovest dell’Ucraina, ieri pomeriggio ha causato nove morti e nove feriti. A Kiev i missili per tutto il giorno hanno colpito anche obiettivi civili: alle 5 i palazzoni di un quartiere residenziale sono stati bombardati.
Sono interventi i vigili del fuoco per spegnere le fiamme, mentre gli abitanti fuggivano da un condominio di nove piano nel distretto di Oblon. Due le vittime, tre i feriti. A una decina di chilometri dalla Capitale,
nel sobborgo di Sviatoshyn, è stata distrutta dai russi la fabbrica dell’Antonov, si tratta di un fondamentale sito per i voli cargo, ma anche una base area militare. E poi, sempre a Kiev, i missili hanno colpito un filobus,
i negozi, una banca, una pensilina, sfiorato una scuola. I russi, di fronte alle difficoltà incontrate nell’avanzata verso la Capitale, ma anche a sud da est verso Odessa, ora stanno aumentano la violenza delle loro
azioni. Hanno anche accusato gli ucraini di avere a loro volta causato 20 vittime e 28 feriti tra i civili a Donetsk (siamo a est nel cuore della repubblica riconosciuta solo da Putin).
Secondo i separatisti fedeli ai russi anche un bambino ha perso la vita. Il portavoce militare ucraino Leonid Matyukhin ha però replicato: “Si tratta senza dubbio di un missile russo o
altra munizione, non ha senso nemmeno parlarne”. Questo conflitto non risparmia neppure i giornalisti: l’altro giorno a Irpin è stato ucciso il free lance americano Brent Renaud, colpito dai soldati russi; ieri è rimasto
ferito gravemente, a causa dell’esplosione di un ordigno, un reporter del network Usa Fox News, l’inglese Benjamin Hall, 39 anni, colpito dalle schegge alle gambe e ricoverato in terapia intensiva.
E’ rimasto ferito mentre raccoglieva notizie nei pressi di Kiev. Sia a Berdyansk sia nella vicina Melitopol i sindaci sono stati rimossi. Ormai la tecnica è consolidata: i russi
sequestrano gli amministratori locali. Ieri è toccato al presidente del Consiglio distrettuale di Melitopol, Sergiy Pryima, e alla vice presidente di Zaporizhzhya, Leila Ibrahimova.
A sud est, nel porto di Berdyansk sul Mare d’Azov, sono arrivate le navi di Putin e la tv russa ha anche mostrato imbarcazioni della marina ucraina catturate.