Il presidente Zelensk annuncia che dopo la mezzanotte forze di di sabotaggio russe sono entrate a Kiev. I russi iniziano a entrare. “Siamo stati lasciati soli” dice ancora Zelensky.
“Chi è pronto a combattere con noi? Io non vedo nessuno”. Sono le 6 del mattino, le quattro in Italia, quando si sentono le prime esplosioni a Kiev. Dopo mezzanotte la capitale è già accerchiata.
Di più. Chi è pronto a dare all’Ucraina la garanzia di un’adesione alla Nato? “Tutti hanno paura. Si devono adottare immediatamente forti sanzioni economiche e finanziarie
contro l’aggressore per privarlo dei mezzi per continuare l’attacco aggiunge”. E ancora: “Stanno entrando a Kiev ma io e la mia famiglia restiamo qui, anche se la Russia mi ha
identificato come obiettivo numero uno e i miei familiari come obiettivo numero due. Il destino del Paese dipende dai nostri soldati e dal nostro popolo”. Putin annuncia l’attacco in tv.
“Ho preso la decisione di un’operazione militare – dice lo zar – per proteggere le persone, e le circostanze richiedono un’azione decisiva dalla Russia. Il nostro
obiettivo è demilitarizzare e non occupare l’Ucraina, il Paese deve essere de-nazificato”. Poi il monito: “Chiunque provi a interferire, deve sapere che la nostra risposta sarà
immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella storia”. L’attacco parte da Kiev ma, con una strategia più volte annunciata dall’intelligence americana e mai
veramente creduta da analisti e politici, Mosca riesce a colpire il paese da più fronti: truppe di terra entrano dal confine Nord (Bielorussia), dal Sud (Crimea), con attacchi nei porti strategici di Mariupol e Odessa.
L’aeroporto internazionale Antonov di Hostomel, a 40 chilometri dalla capitale, è tra i primi obiettivi e finisce nelle mani dell’esercito russo. Le truppe di terra sono alla periferia
della capitale. I morti sono già a decine, così come i feriti. Il bollettino ufficiale parla di 137 soldati, di cui 10 ufficiali, e 316 feriti.
La crisi raccontata in queste settimane tra informazione e disinformazione, sembra non aver fatto capire realmente quello che sarebbe accaduto. I cittadini si trovano
impreparati, ed è una corsa immediata verso la salvezza. File di macchine bloccano gli accessi, i supermercati e le farmacie vengono presi d’assalto, così come le banche.
La guerra più social che si sia mai vista passa attraverso i video che vengono rilanciati su Instagram, su Tiktok.