Kiev è sotto un attacco “non-stop” da parte delle truppe russe: lo ha detto alla Cnn il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko, sottolineando che la città potrebbe resistere “a lungo” alle forze di Mosca.
“Abbiamo sentito le esplosioni ogni ora la notte scorsa, per tutta la notte e negli ultimi quattro giorni – ha detto l’ex pugile campione dei pesi massimi e primo cittadino di Kiev dal 2014 -.
Gli abitanti sono molto nervosi, trascorrono molto tempo nei bunker”. Ieri al confine tra Ucraina e Bielorussia, in una località segreta, si sono svolti i colloqui tra le delegazioni
di Mosca e Kiev sulla guerra dichiarata dal Cremlino. Dopo sei ore di trattativa si è avvisato qualche segnale di apertura. “Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile
individuare un terreno comune”, dice il negoziatore russo Vladimir Medinsky, secondo cui il nuovo incontro si terrà “nei prossimi giorni al confine tra Polonia e Bielorussia”.
Le delegazioni stanno ora tornando nelle rispettive capitali per consultazioni. Tra loro, secondo il Jerusalem Post, anche Roman Abramovich. La presenza del
miliardario russo con passaporto israeliano sarebbe stata chiesta dall’Ucraina. Ma mentre intorno al tavolo allestito dal governo di Minsk si svolgevano le prime schermaglie
negoziali, al telefono con il presidente francese Macron, Putin dettava le sue condizioni per far tacere le armi ed arrestare l’avanzata dei carri armati verso Kiev: Ucraina neutrale e
riconoscimento della Crimea come territorio russo. L’Eliseo sottolineava invece l’impegno del numero uno del Cremlino a “sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni”
e a “restare in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravamento della situazione”. Sul terreno, secondo il Pentagono, la Russia non ha ancora tuttavia il predominio aereo in
Ucraina e ha finora lanciato 380 missili. Come dire che la situazione militare non giustifica la resa al tavolo dei negoziati. Tanto più che le sanzioni internazionali cominciano a
far sentire i loro effetti sull’economia russa. La Borsa di Mosca resta chiusa, a Londra i titoli dei colossi dell’economia russa sprofondano: Sberbank ha perso il 74%, Gazprom il 51%, Lukoil il 62,8%, Rosneft il 42,3%, Magnit il 74%. La Banca centrale di Mosca lancia l’allarme di un “cambio
drammatico per l’economia” del Paese, aumenta i tassi di interesse al 20% per “supportare l’attrattività dei depositi e proteggere i risparmi delle famiglie contro la svalutazione”, fa sapere il governatore Elvira Nabiullina.