Governo fa causa contro Pfizer per i tagli al vaccino. Scontro De Luca-Arcuri in diretta online

24 Gennaio 2021 - 9:49

Governo fa causa contro Pfizer per i tagli al vaccino. Scontro De Luca-Arcuri in diretta online

Il premier Conte definisce inaccettabile i ritardi dei vaccini di Pfizer e di AstraZeneca. Già lunedì l’esecutivo si muoverà contro Pfizer su tre canali: una diffida per inadempimento e un esposto

ai pm per potenziale danno alla salute, e una richiesta al foro di Bruxelles. In serata duro scontro tra Arcuri e De Luca sulla distribuzione dei vaccini. Anche l’ Ue vuole vederci chiaro sui ritardi e i

tagli e richiama AstraZeneca lunedì, indicando due obiettivi: avere un programma chiaro che consenta di pianificare le consegne e accelerare la

distribuzione.Ma il governo deve fare i conti anche con altre due problemi sul tavolo: l’allarme che arriva da diversi centri vaccinali regionali, tra cui Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna,

sulla mancanza di siringhe di precisione, e la necessità di evitare che le varianti del Covid, da quella inglese a quella sudafricana che preoccupa molto di più, facciano esplodere i contagi anche in

Italia come già avvenuto in diversi Paesi europei. Sul primo punto arriva la smentita di Arcuri: “E’ falso”, sono state distribuite meno siringhe “per la banale

ragione che Pfizer ci ha inviato un numero inferiore di fiale di vaccino”. Sul rischio varianti, invece, la questione è più complessa tanto che l’esecutivo, secondo quanto afferma il direttore della

Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, sta valutando la possibilità di un “innalzamento delle misure”. Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino

avrà il via libera dell’Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e

269mila dosi. Una quantità che, ormai è evidente a tutti, non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto.

Astrazeneca ha infatti confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte sia Arcuri, per l’Italia

significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l’azienda americana tornerà alle forniture iniziali) e il milione e 300mila

di Moderna. Si dovrebbe riuscire a centrare l’impegno prioritario, vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa,

over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani. Ma non le altre categorie: i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila

con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

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