In aula risuonano parole agghiaccianti. Gianluca Molinaro, accusato di aver ucciso Manuela Petrangeli, aveva premeditato tutto. Gli audio ascoltati oggi in tribunale parlano chiaro: “Maledetta, gliela devo far pagare”, diceva con rabbia.
L’uomo, lo scorso 4 luglio, ha sparato all’ex compagna con un fucile a canne mozze. La donna è morta sul colpo, davanti alla clinica dove lavorava. Non ha avuto il tempo di scappare.
Molinaro l’aveva minacciata per mesi. Le diceva che era una bugiarda, che manipolava il figlio. Lei cercava di difendersi: “Non manipolo nessuno”. Inascoltata.
Nei messaggi inviati ad amici, l’uomo parlava di vendetta. Il giorno del delitto ha scritto: “Oggi forse prendo due piccioni con una fava”. Dopo il femminicidio, ha aggiunto: “Gli ho sparato due botti”.
Poi è andato in caserma. Ubriaco. Ha consegnato l’arma e confessato tutto. “Quello che ho detto, ho fatto”, ha detto alla madre al telefono.
Un carabiniere ha raccontato quei momenti. La freddezza dell’uomo. La lucidità con cui parlava.
Molinaro è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione illegale di armi. Resta ignota la provenienza del fucile.
In aula, il dolore dei familiari. I genitori e il figlio della vittima si sono costituiti parte civile. I colleghi della clinica avevano provato a salvarla. Invano.
Manuela Petrangeli non ce l’ha fatta. È morta sotto i colpi di un uomo che diceva di amarla.
Fonte: Fanpage.it
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