Giuseppe e Tullio lasciati in agonia. 11 colpi sparati a bruciapelo. 26 minuti di buco prima di chiamare i soccorsi.Domani i funerali a Portici

3 Novembre 2021 - 21:15

Giuseppe e Tullio lasciati in agonia. 11 colpi sparati a bruciapelo. 26 minuti di buco prima di chiamare i soccorsi.Domani i funerali a Portici

Proclamato il lutto cittadino.
Dalle indagini emerge ,che Vincenzo Palumbo, ha un porto d’armi ,
ad uso sportivo: avrebbe dovuto ,
caricare l’arma solo al poligono.

Sarà l’arcivescovo di Napoli,
don Mimmo Battaglia, a celebrare i funerali ,di Giuseppe Fusella ,
e Tullio Pagliaro.

I due giovani di 26 e 27 anni,
di Portici (Napoli), uccisi a colpi ,
di pistola la notte tra giovedì 28 e venerdì 29 ottobre scorsi, ad Ercolano, da Vincenzo Palumbo.

L’autotrasportatore di 53 anni ,
accusato ora di duplice omicidio volontario.

Le esequie prenderanno il via alle 15,30 nella Chiesa di San Ciro.

Le salme giungeranno alle ore 14 per la camera ardente.

Il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, ha proclamato il lutto cittadino.

Nel pomeriggio l’autopsia delle due vittime

Intanto oggi, alle 16, nel Secondo Policlinico di Napoli, si sono tenuti gli esami autoptici.

I sostituti procuratori di Napoli, Luciano d’Angelo e Daniela Varone, secondo quanto si è appreso,
dovrebbero chiedere ,il rito immediato, nei confronti del camionista.

Il quale, ha chiamato ,i soccorsi
26 minuti dopo, avere esploso 11 colpi, all’indirizzo sulla vettura ,a bordo della quale c’erano i due ragazzi,
morti quasi subito in quanto raggiunti alla testa dalle ogive.

Palumbo viene descritto come un uomo “incline al litigio” e “poco socievole”.

Alcuni mesi fa avrebbe avuto anche un alterco con gli operai dell’Enel

Le testimonianze dei vicini di casa non aiutano Vincenzo Palumbo.

Il camionista 53enne ,che è ancora in carcere, accusato di aver ucciso Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, due giovani di 26 e 27 anni, incensurati, scambiati erroneamente per ladri.

Il quadro ,che emerge dal racconto ,
dei conoscenti del presunto assassino, potrebbe aggravare ,ancora di più
la sua posizione.

Alcuni mesi fa ,avrebbe avuto, anche
un alterco con gli operai dell’Enel,
ai quali voleva impedire di avvicinarsi, alla sua abitazione .

Vicino alla quale c’erano dei cavi elettrici da riparare.

Stessa sorte era toccata ,
a due ciclisti minacciati
con un fucile da caccia.

Insomma, un’ossessione quella,
del 53enne ,che temeva di essere nuovamente rapinato ,dopo il furto subito alcuni mesi fa.

Questi episodi, secondo gli inquirenti, sono state le avvisaglie della tragedia, che si è consumata ,fra giovedì e venerdì scorsi in via Marsiglia,
a Ercolano.

Per i giudici Palumbo sarebbe una“personalità del tutto fuori controllo” ,e per questo motivo ,
è stato deciso di non concedere la scarcerazione.

Nonostante il camionista abbia cercato, in tutti i modi, di ribadire che la sua intenzione non era ,quella di uccidere
i due ragazzi.

Nella sua testimonianza, però, sono emerse delle incongruenze.

Il 53enne aveva dichiarato di essere stato svegliato dall’allarme,
di essersi spaventato ,e di aver
sparato nel buio, senza accorgersi di aver colpito delle persone.

In realtà, gli inquirenti hanno verificato ,che l’impianto ,
d’allarme non si è mai azionato ,
e quindi ,che nessuno si era avvicinato, alla casa del camionista.

Le telecamere di sicurezza posizionate negli edifici circostanti, poi, smentiscono la versione di Palumbo.

Per i magistrati, il 53enne, avendo visto parcheggiata la Fiat Panda,
da diverso tempo nelle vicinanze ,
della sua abitazione.

Ha disattivato l’allarme ,e ha sparato undici colpi verso la vettura che,
nel frattempo, si era rimessa in moto, probabilmente perché l’autista, sentiti gli spari, voleva darsi alla fuga.

Una reazione spropositata ,quella del camionista , che immaginava stesse per essere rapinato.

In realtà i due giovani, si stavano intrattenendo in macchina ,dopo aver visto la partita del Napoli ,
e non avevano nessuna intenzione di compiere un gesto criminale.