Giudice di Pace di Sant’Anastasia: i sindaci scrivono al Ministro Nordio
Situazione critica per l’Ufficio del Giudice di Pace di Sant’Anastasia: dopo una riunione in municipio, il sindaco di Sant’Anastasia Carmine Esposito, con il presidente del COA (consiglio dell’Ordine degli Avvocati) di Nola Arturo Rianna ed i sindaci Salvatore Di Sarno (Somma Vesuviana), Carlo Esposito (Pollena Trocchia), Biagio Rossi (Cercola), Gioacchino
Madonna (Massa di Somma), Giuseppe Panico (San Sebastiano al Vesuvio) e Giuliano Di Costanzo (Volla), hanno chiesto un intervento urgente al Ministero della Giustizia affinché si individuino soluzioni idonee per un corretto funzionamento dell’Ufficio, prevedendo un numero di personale idoneo. Il documento, sottoscritto da tutti i sindaci e dal presidente COA, è stato inoltrato al ministro Carlo Nordio. Le criticità sono da tempo palesi per l’Ufficio che rientra tra i sedici non dislocati nelle sedi circondariali del Tribunale e per i quali è stata prevista la
permanenza gestione interamente statale con una competenza territoriale per 7 comuni ed una popolazione di circa 160mila abitanti. Già ad ottobre scorso la presidente del Tribunale di Nola, Paola Del Giudice, aveva inviato una nota ai sindaci dei sette Comuni, sottolineando la grave carenza di personale amministrativo, le richieste finora inascoltate al Ministero della Giustizia e la
non accettabile funzionalità dell’Ufficio assicurata esclusivamente con l’assegnazione temporanea di personale proveniente dal Tribunale di Nola, manifestando interesse per la stipula di protocolli con le amministrazioni comunali. Una ipotesi difficile al momento, giacché anche i Comuni interessati soffrono di grave carenza di personale. Le conseguenze di tutto ciò sono
facilmente immaginabili, per il settore penale e quello civile: udienze rinviate, paralisi delle attività, attese inaccettabili e molto altro che espone i cittadini a gravi e spesso irreparabili danni. “Il danno si ripercuote su tutte le comunità- spiegano i sindaci ed il presidente COA – poiché genera un’immediata sfiducia nel sistema, immettendo malessere nel tessuto sociale e creando
un vulnus di tutela per i cittadini ponendo a rischio la effettiva tutela giurisdizionale”. Gli amministratori dei sette comuni hanno dunque chiesto al Ministero della Giustizia di intervenire subito, trovando soluzioni idonee per un corretto funzionamento dell’Ufficio prevedendo un idoneo numero di personale.