Nella giornata di oggi, 15 ottobre, al parlamento greco si vota sulla legge che consentirebbe una giornata lavorativa fino a 13 ore in determinata condizioni. In tutto il Paese scattano le proteste.
Già da qualche giorno la Grecia è in subbuglio con proteste e cortei nelle principali città del Paese. Il testo è sostenuto dal ministro del Lavoro e della Previdenza sociale Niki Kerameus e prevede che, per un unico datore di lavoro, il lavoratore possa lavorare fino a 13 ore al giorno con un incremento della retribuzione del 40%. Le ore in più potranno essere svolte solo su base volontaria e solo per un massimo di 37 giornate l’anno.
Ma i sindacati non ci stanno. In particolare, accusano che con questa legge si potrebbe violare il diritto garantito dalla legge di 11 ore di riposo consecutive al giorno, soprattutto se si tiene conto degli spostamenti casa-ufficio e viceversa. Inoltre, chiedono un aumento dei salari che, in Grecia, sono tra i più bassi dell’Unione Europea.
La Confederazione dei lavoratori greci (Gsee) ha dichiarato che la riforma “mette a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori e distrugge ogni equilibrio tra vita professionale e personale”. Sottolinea, poi, che la natura volontaria della misura non è una garanzia in un Paese dove i controlli sul lavoro sono piuttosto rari.
La legge fa parte di una serie di riforme messe in atto dal governo di centro-destra dal 2019 e che mirano a rendere più flessibile il mercato del lavoro greco: dallo scorso anno, è già possibile per i lavoratori di determinati settori lavorare per sei giorni la settimana.
Fonti: Repubblica, Politico
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