Le pensioni costeranno 50 miliardi di euro in più nei prossimi tre anni. Lo dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella presentazione della Nadef alle commissioni di Camera e Senato. Le nuove stime sull’andamento del tasso d’inflazione, infatti portano un incremento di 5,4 miliardi per il 2022, 21,3 miliardi per il 2023, 18,5 miliardi per il 2024 e 7,4 miliardi per il 2025. In totale, sono 52,6 miliardi di euro.
Questi sono gli aumenti che saranno richiesti, ogni anno, per adeguarsi all’inflazione. Sono stime che potrebbero cambiare con la situazione economica.
Oggi pomeriggio il ministro Giorgetti firmerà un decreto per adattare le pensioni al nuovo tasso di inflazione calcolato dall’Istat. Con questo aumento, la spesa aumenterà del 7,3%.
Quota 41 per le pensioni: quanto costerebbe e perché c’entra il reddito di cittadinanza
L’aumento di circa 50 miliardi di euro nei prossimi tre anni è stimato “a legislazione vigente”, sottolinea Giorgetti. Cioè applicando i criteri di quota 102, che permette di andare in pensione a chi ha almeno 64 anni e 38 anni di contributi. Il 31 dicembre di quest’anno, però, quota 102 andrà in scadenza. Sparita la misura che a inizio anno ha sostituito quota 100 (60 anni di età e 40 di contributi), senza un intervento del governo dal 2023 è previsto il ritorno alla legge Fornero dal 2023.
Una delle opzioni che l’esecutivo sta valutando è quella di quota 41, proposta dalla Lega e apprezzata dai sindacati: andare in pensione dopo 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Chi ha iniziato a lavorare a 16 anni e non ha mai smesso di versare contributi, così, potrebbe ricevere la pensione già dai 57 anni in poi.
Giorgetti conferma che “questa misura non è esclusa”. Secondo le stime Inps, già dal primo anno di attivazione l’eventuale quota 41 costerebbe più di 4 miliardi di euro, arrivando a richiederne 9 nel 2029. Per compensare la maggiore spesa, quindi, il governo dovrebbe trovare dei fondi da qualche altra parte. “Ci dovrà essere qualche forma di compensazione”, concorda Giorgetti, che parla “a titolo meramente indicativo” di una probabile “manutenzione” del reddito di cittadinanza.
Quanto sono costate le pensioni nel 2021
Nel 2021, i pensionati che hanno ricevuto un assegno in Italia sono stati circa 16 milioni. La spesa complessiva stimata dall’Inps è stata di 312 miliardi di euro lordi: il 56% dovuto a pensioni di anzianità o anticipate, il 18% alle pensioni di vecchiaia e il 17% alle pensioni di reversibilità che vengono date ai parenti dopo la morte del pensionato.
Nel conto rientrano anche le prestazioni erogate agli invalidi civili (il 7% della spesa) e pensioni e assegni sociali (2%). Quasi il 40% dei pensionati ha ricevuto meno di 12mila euro lordi in un anno, al netto delle varie integrazioni e della quattordicesima. Contando anche tutte queste aggiunte, c’è comunque un pensionato su tre (32%) che non ha superato il 12mila euro annui.
Fonte: Fanpage