Sanremo, si sa, da sempre genera dibattiti e polemiche, a volte ancor prima di iniziare. E nemmeno quest’anno gli italiani si sono risparmiati: a finire nel mirino, il testo della canzone del rapper napoletano Geolier, al secolo Emanuele Palumbo.
Il cantante, cresciuto a Secondigliano, presenterà un brano, interamente in napoletano, intitolato “I p’te, tu p’me”. Non appena sono stati resi pubblici titolo e testi, però, il popolo napoletano, specie i puristi della lingua hanno tenuto a sottolineare il loro poco gradimento circa il modo, grammaticalmente scorretto, in cui è scritto il testo. Il testo di Geolier, infatti, è scritto in assoluta libertà, e riporta le parole così come si pronunciano, trasgredendo alcune regole di scrittura della lingua partenopea.
Tra le critiche più feroci vi è stata quella dello scrittore Angelo Forgione: “Spaventato già dal titolo, ho letto oggi il testo della canzone di Geolier per il Festival di Sanremo. Non sono arrivato alla fine che mi si è improvvisamente accecata la vista e poi mi è apparso Salvatore Di Giacomo sanguinante in croce. Vocali sparite, totale assenza di raddoppio fonosintattico delle consonanti, segni di elisione inesistenti, o inventati dove non ci vogliono. Una lingua perfetta per il rap e non solo, ma il Napoletano, non questo scempio. E chi non prova imbarazzo è complice dell’offesa”.
Ma forse la critica che più colpisce è quella di Maurizio de Giovanni: “È una lingua antica e bellissima, con la quale sono stati scritti capolavori immensi. È un patrimonio comune, ha un suono meraviglioso, unisce il maschile e il femminile come fa l’amore.Non merita questo strazio. PS. Basta chiamare qualcuno e farsi aiutare. Un po’ di umiltà”.
Fonte: TeleClub Italia
