La vittoria in Coppa Italia contro l’Empoli ha garantito al Napoli il passaggio del turno. Anche se la prestazione degli azzurri non ha di certo brillato al cospetto di un Empoli mai timoroso o rinunciatario.
Nel dopopartita Gattuso così commentato il match contro la prima della classe della serie cadetta. “E’ stata una gara difficile ma l’importante era passare e dare minutaggio ai tanti che non giocavano da tempo.
L’Empoli ha giovani che hanno valori importanti. Spende 3-4 milioni l’anno per il settore giovanile, perciò hanno già elementi da 10-15 milioni ciascun.
Ci manca un po’ d’equilibrio, è vero, ma creiamo tantissimo anche se sbagliamo tanto sotto porta. A livello difensivo possiamo fare meglio. Dobbiamo migliorare nella pressione.
Il problema dei tifosi allo stadio? E’ un problema di tutti. Il sistema va avanti, siamo dei privilegiati, ma è ovvio che da 11 mesi la quotidianità non esiste più.
Ogni giorno facciamo il tampone o ne aspettiamo il risultato. Ci sono stati milioni di morti nel mondo, è difficile parlare di pubblico. Quando vedo gli spettatori nelle gare vecchie mi viene la pelle d’oca e spero arrivi presto quel giorno.
Il tecnico azzurro, inoltre, ha chiarito le parole pronunciate a Udine sulla questione cellulari. “Ho sbagliato anche io ad esprimermi. Ho detto loro di evitare di leggere per non farsi influenzare, come Fabian ed altri che subiscono contestazioni.
Quando giocavo, a volte preferivo non leggere nulla perché ci sono momenti in cui ti massacrano. Non ho usato un linguaggio perfetto, ma non ce l’avevo con chi mi ha risposto.
Ce l’ho con chi ha detto falsità in questo mese, che volevo dimettermi e sul mio stato di salute. C’è qualche exdirettore che dice non devo allenare perché prendo cortisone e tante cattiverie.
A me piace essere giudicato ma non mi sono mai piaciute le falsità. Mi scuso, ma non ce l’avevo con quei 2-3 che mi hanno risposto. Posso essere scarso o bravo: ognuno può giudicarmi, ma non dire falsità”.
Infine, Ringhio ha concluso con un commento alle critiche sul suo percorso in azzurro. “Qualcosa di buono l’ho fatto, qualche partita l’ho giocata, coppe ne ho vinte.
Sono alla nona stagione da allenatore, ma si dice che che sono acerbo e che devo fare esperienza. Sono a più di 300 partite a 43 anni, ma va bene così, l’importante è non dire falsità”.
Amelia Amodio