Francesco Schettino, ha dichiarato “Non ho mai dimenticato le 32 vittime” della Concordia. Per il naufragio della nave, il comandante, nel 2017 fu condannato a 16 anni di reclusione.
L’incidente costò la vita a 32 persone nel tratto di mare di fronte all’Isola del Giglio. Oggi, Schettino, che da quattro anni e mezzo sta scontando la pena nel
carcere di Rebibbia, si è dimostrato un “detenuto modello” e frequenta corsi universitari in legge e giornalismo. “La gente forse non ci crederà, ma anche io ho i miei incubi”, ha proseguito Schettino.
A maggio 2022, dopo aver scontato un terzo della pena, l’ex marinaio potrà chiedere di essere ammesso a misure alternative rispetto alla detenzione in prigione. In carcere Schettino è stato definito
“gentile e rispettoso di tutti”, “benvoluto” secondo il cappellano. Oltre a seguire due corsi universitari, si dedica allo sport e attende gli incontri con la figlia
Rossella, che per 500 giorni erano stati sospesi causa Covid. Il legale: “Schettino è l’unico a pagare, ma c’è stato un errore organizzativo” – Come riporta La Stampa, Schettino ha fatto
sapere tramite il suo legale di “continuare a fare un percorso psicologico non facile. Anche lui in fondo è un naufrago, pensa e ripensa a quella maledetta notte e a quei trentadue morti.
Lui è l’unico a pagare con il carcere, ma la verità è che all’origine del naufragio c’è stato un errore organizzativo. Si è voluto cercare un colpevole, non la verità”.
Ritiene di essere stato vittima di un processo mediatico prima ancora che giudiziario e si definisce un capro espiatorio lasciato solo.