Francesca Michielin contro la Tampon Tax: «Anche questo mese ho speso 15 euro di assorbenti. Avere il ciclo è un lusso»

9 Novembre 2021 - 19:20

Francesca Michielin contro la Tampon Tax: «Anche questo mese ho speso 15 euro di assorbenti. Avere il ciclo è un lusso»

Francesca Michielin: «Anche questo mese ho speso 15 euro di assorbenti. Avere il ciclo è un lusso» e parte la

polemica sul web

La cantautrice riaccende il dibattito in rete sulla tampon tax: «Beccarmi la paternale anche no»

«E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?» A riaprire

il dibattito sulla tampon tax (di recente abbassata dal 22% al 10%, ma comunque ancora ingiustificatamente alta) è la cantautrice Francesca Michielinche via Twitter ha espresso la rabbia dovuta al vedere che dei beni di prima necessità sono ancora considerati

(e tassati) come fossero beni di lusso. Le parole di Michielin hanno scatenato un acceso dibattito in rete, con tante risposte provenienti anche da utenti maschi.

Oltre al coro di chi è d’accordo con Michielin, molte persone si sono però sentite in dovere di dare dei consigli alla cantautrice, invitandola ad esempio a passare all’uso della coppetta mestruale o a marche di assorbenti più economiche.

Il cuore della questione, come ha ricordato lei, non è però il suo caso specifico, in merito al quale, ha sottolineato con il mantra «my body my choice», nessuno dovrebbe permettersi di sindacare. Quanto piuttosto la necessità di tagliare ulteriormente le tasse

su questi prodotti.

«Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere. Ognun* deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la

paternale anche no», ha poi scritto Michielin.

La cantautrice riaccende il dibattito in rete sulla tampon tax: «Beccarmi la paternale anche no»

«E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?» A riaprire

il dibattito sulla tampon tax (di recente abbassata dal 22% al 10%, ma comunque ancora ingiustificatamente alta) è la cantautrice Francesca Michielin che via Twitter ha espresso la rabbia dovuta al vedere che dei beni di prima necessità sono ancora

considerati (e tassati) come fossero beni di lusso. Le parole di Michielin hanno scatenato un acceso dibattito in rete, con tante risposte provenienti anche da utenti maschi.

Oltre al coro di chi è d’accordo con Michielin, molte persone si sono però sentite in dovere di dare dei consigli alla cantautrice, invitandola ad esempio a passare all’uso della coppetta mestruale o a marche di assorbenti più economiche.

Il cuore della questione, come ha ricordato lei, non è però il suo caso specifico, in merito al quale, ha sottolineato con il mantra «my body my choice», nessuno dovrebbe permettersi di sindacare. Quanto piuttosto la necessità di tagliare ulteriormente le tasse su questi prodotti.

«Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere. Ognun* deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la

paternale anche no», ha poi scritto Michielin.

La cantautrice riaccende il dibattito in rete sulla tampon tax: «Beccarmi la paternale anche no»

«E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?» A riaprire

il dibattito sulla tampon tax (di recente abbassata dal 22% al 10%, ma comunque ancora ingiustificatamente alta) è la cantautrice Francesca Michielin che via Twitter ha espresso la rabbia dovuta al vedere che dei beni di prima necessità sono ancora

considerati (e tassati) come fossero beni di lusso. Le parole di Michielin hanno scatenato un acceso dibattito in rete, con tante risposte provenienti anche da utenti maschi.

Oltre al coro di chi è d’accordo con Michielin, molte persone si sono però sentite in dovere di dare dei consigli alla cantautrice, invitandola ad esempio a passare all’uso della coppetta mestruale o a marche di assorbenti più economiche.

Il cuore della questione, come ha ricordato lei, non è però il suo caso specifico, in merito al quale, ha sottolineato con il mantra «my body my choice», nessuno dovrebbe permettersi di sindacare. Quanto piuttosto la necessità di tagliare ulteriormente le tasse su questi prodotti.

«Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere. Ognun* deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la paternale anche no», ha poi scritto Michielin.

La cantautrice riaccende il dibattito in rete sulla tampon tax: «Beccarmi la paternale anche no»

«E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?» A riaprire

il dibattito sulla tampon tax (di recente abbassata dal 22% al 10%, ma comunque ancora ingiustificatamente alta) è la cantautrice Francesca Michielin che via Twitter ha espresso la rabbia dovuta al vedere che dei beni di prima necessità sono ancora

considerati (e tassati) come fossero beni di lusso. Le parole di Michielin hanno scatenato un acceso dibattito in rete, con tante risposte provenienti anche da utenti maschi.

Oltre al coro di chi è d’accordo con Michielin, molte persone si sono però sentite in dovere di dare dei consigli alla cantautrice, invitandola ad esempio a passare all’uso della coppetta mestruale o a marche di assorbenti più economiche.

Il cuore della questione, come ha ricordato lei, non è però il suo caso specifico, in merito al quale, ha sottolineato con il mantra «my body my choice», nessuno dovrebbe permettersi di sindacare. Quanto piuttosto la necessità di tagliare ulteriormente le tasse

su questi prodotti.

«Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere. Ognun* deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la

paternale anche no», ha poi scritto Michielin.

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