Sulla Terra è in arrivo una forte tempesta solare: i primi effetti dovrebbero manifestarsi già nella serata di Venerdì 10 Maggio, mentre quelli più intensi sono attesi Sabato 11 Maggio.
Il Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia statunitense, Noaa, ha aumentato il livello previsto per la tempesta a quello G4, il secondo più alto sulla scala.
Quali saranno le conseguenze? Il livello G4 prevede degli impatti sulla rete elettrica, sui sistemi di navigazione satellitare come il Gps e problemi a satelliti e veicoli spaziali, oltre ad una maggiore probabilità di poter ammirare le aurore boreali, anche a basse latitudini.
Sul tema ha parlato il professor Mauro Messerotti, docente di Meteorologia dello Spazio , presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e ricercatore senior associato all’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste.
COS’E’ UNA TEMPESTA SOLARE?
Con il termine “tempesta solare” si indica una serie di perturbazioni energetiche, che hanno origine nelle Regioni attive solari.
Queste ultime sono costituite da gruppi di Macchie solari, visibili in Fotosfera, che sono sede di intensissimi campi magnetici di polarità opposte.
Una Regione attiva è perciò un serbatoio di enormi quantità di energia magnetica, ma non è stabile e può rilasciarla in modo impulsivo.
Questa gamma di fenomeni perturbativi prende il nome di “tempesta solare” e ciascuno di essi trasporta energia, che trasmette ai sistemi fisici con i quali si trova ad interagire.
QUALI CONSEGUENZE PUO’ AVERE? ESISTE UNA SCALA DI INTENSITA’ SUL TIPO DI QUELLE, PER ESEMPIO, DEI TERREMOTI E DEI TORNADO?
I raggi X ed i raggi UV trasferiscono energia alla Termosfera ed alla Mesosfera terrestri, concorrendo alla loro termodinamica.
Aumentano inoltre il grado di ionizzazione del plasma della Ionosfera terrestre, aumentandone la turbolenza e modificando la propagazione, l’assorbimento e la riflessione dei segnali radio.
Gli elettroni ed i protoni solari energetici, che riescono a penetrare lo scudo rappresentato dal Campo geomagnetico, hanno impatto sui sistemi tecnologici e su quelli biologici nello spazio.
Inoltre, in concomitanza dei fenomeni più intensi può verificarsi un’interruzione nella propagazione delle Onde corte, usate dagli aeromobili per comunicare con i centri di controllo, e l’impossibilità di ricevere i segnali radio dei satelliti GPS, usati per la geolocalizzazione in fase di decollo e di atterraggio.
Quando sussistono questi rischi, le compagnie aeree dirottano gli aeromobili su altre rotte non polari oppure ne bloccano il decollo.
L’aumentato flusso di elettroni dà origine ad intense correnti elettriche in Ionosfera, che possono essere captate per induzione dai lunghi conduttori elettrici.
Si possono perciò verificare interruzioni dell’energia elettrica che possono durare anche molte ore ed aumenta la probabilità che le condotte, anche sottomarine, subiscano perforazioni di natura elettrogalvanica.
Quando una CME arriva in prossimità della Terra, comprime il Campo geomagnetico, gli trasferisce energia e la perturbazione che ne deriva si definisce Tempesta geomagnetica.
Se sono verificate le condizioni di polarità magnetica opposta tra il campo della CME e quello terrestre, particelle energetiche possono penetrare lo scudo magnetico ed entrare nella Magnetosfera.
Questo potenzia le Aurore polari, i deboli fenomeni di fluorescenza che si osservano nel cielo notturno solitamente alle alte latitudini, dove atomi e molecole dell’atmosfera acquisiscono energia per l’interazione con le particelle di origine solare e quando si diseccitano emettono fotoni di luce colorata a lunghezze d’onda che dipendono dalla specie atomica e molecolare eccitata.
Quando la perturbazione di origine solare è particolarmente intensa, le regioni di interazione, che sono due nastri di forma ovale centrati sui poli magnetici della Terra, possono allargarsi molto, anche fino all’Equatore nei casi estremi.