Una scelta che farà discutere e che ha già attirato le critiche di sindacati e opinione pubblica: a Forlì un’azienda di verniciature protettive ha deciso, da molto tempo a questa parte, di dividere gli spogliatoi dei propri dipendenti tra italiani e stranieri per permettere ai lavoratori islamici di pregare.
La questione – in realtà – andava avanti da molto tempo, ma è stata resa pubblica solo dopo una vertenza da parte dei sindacati per il caso di un operaio sospeso. I rappresentati legali dei lavoratori, infatti, in seguito alla vertenza, hanno scoperto la divisione negli spogliatoi ed hanno reso la vicenda di dominio pubblico.
Andiamo con ordine: la querelle ha origini a settembre, quando un dipendente dell’azienda (Plasfor, ndr) va a pregare nella moschea di Cesena. Al ritorno dalla stessa risulta positivo al Covid-19 e contagia altri quattro colleghi. L’imprenditore, Conficoni, decide di sospendere il lavoratore e da qui nasce la vertenza dei sindacati.
Allora il sindacalista Pancisi viene a scoprire della separazione tra italiani e stranieri negli spogliatoi della nota azienda, anche se decide, inizialmente, di tenere la questione privata, salvo poi ripensarci a distanza di mesi. Nel mentre legali e rappresentati hanno risolto la questione vertenza, prima di scatenare il putiferio per quanto scoperto da Pancisi.
In merito è intervenuto anche lo stesso Cristian Pancisi ai microfoni de “Il Corriere della Sera“: “Ho contattato l’imprenditore e sono rimasto scioccato quando mi ha parlato della divisione negli spogliatoi. Ha detto che lo possono anche considerare razzista, ma da lui funziona così”.
“Se non è un modello che incita la discriminazione razziale, poco ci manca. Abbiamo preso atto dell’accaduto e siamo pronti a farci sentire, anche utilizzando diverse strade. Siamo davanti al fallimento del modello di integrazione e questo non è accettabile“, ha così concluso il sindacalista.
Dall’azienda, tuttavia, è stato sottolineato che la richiesta è stata fatta dagli stessi dipendenti: “La decisione è dei miei dipendenti. Tra di loro ci sono alcuni musulmani che hanno necessità di pregare e lo fanno liberamente negli spogliatoi. Alcuni, invece, hanno contestato la cosa al sottoscritto, anche semplicemente per usufruire del bagno“.
Conclude così, poi, il titolare della ditta: “Alla fine ci siamo venuti incontro e abbiamo deciso per la divisione. Nulla di male, tutto qui. Gli spazi, tra le altre cose, sono in comune: bagno, doccia, sono solamente separati da due porte. Credo sia una scelta di buonsenso“. Parole che non sono andate giù ai sindacati che hanno replicato:
“Il problema della convivenza di diverse etnie c’è in molte aziende. Per risolverlo c’è bisogno di tempo, competenza e volontà. In questo caso crediamo si sia cercata una soluzione troppo semplice. Inaccettabile”. Una vicenda, questa, che continuerà a far discutere e parlare di sé. In più l’ispettorato del lavoro aveva anche ascoltato tutti i dipendenti ed aveva chiuso, qualche tempo fa, il caso.