Non ci sono stati particolari disagi per chi ha viaggiato su treni e aerei in Italia al debutto dell’obbligo del certificato vaccinale sulle tratte a lunga percorrenza. In pochi hanno partecipato alle manifestazioni
contro il Green pass, diventato obbligatorio. Negli ultimi giorni la manifestazione di protesta, convocata sui vari gruppi Facebook e Telegram, aveva chiamato a raccolta migliaia di persone: ma in pochi hanno risposto
alla chiamata dell’iniziativa ‘no vax’. E monta la rabbia sui gruppi Telegram: su ‘Basta Dittatura!’, il gruppo su cui era rimbalzata la chiamata alla mobilitazione, in tanti esprimono il loro disappunto.
“Qui ci sono solo giornalisti, io vado via. Grazie per la prossima volta non invitate proprio”, scrive Ghosst, e dello stesso tenore sono molti interventi nella chat, in cui si alternano commenti sgrammaticati
e scambi di insulti fra chi si ribella alla “dittatura sanitaria” e chi invece deride il rifiuto di vaccinarsi contro il Covid. I no vax napoletani disertano la manifestazione che era stata
organizzata, come in altre città italiane, dinanzi alla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi, a Napoli. All’appuntamento si è presentato solo Raffaele Bruno, segretario del Movimento idea
sociale, in compagnia di un’altra persona. Bruno ha spiegato perché è contrario al vaccino ed anche al green pass. “Siamo contro ogni forma di violenza, e sono qua non per bloccare treni o fare altro
– ha detto ai giornalisti mentre sventolava una bandiera italiana – ma poiché siamo in uno Stato libero e democratico il vaccino non può essere obbligatorio”. Dunque no al vaccino perché, a suo dire, avrebbe necessità di un maggior tempo di
sperimentazione ma anche no al green pass che limiterebbe la libertà di movimento dei cittadini. “Abbiamo deciso insieme di rinunciare alla manifestazione – ha detto Bruno – perché il ministro dell’Interno ha mobilitato un esercito di agenti.
Io ho detto che sarei venuto comunque per spiegare comunque le nostre ragioni”. Dopo dieci minuti sia Bruno che l’altro manifestante hanno lasciato l’area antistante la stazione ferroviaria che sin dalle
prime ore del mattino è stata presidiata da decine di uomini delle forze dell’ordine schierate sotto gli sguardi incuriositi dei passeggeri che da oggi devono mostrare il green pass per accedere ai treni a lunga percorrenza.
Sono invece circa trenta i manifestanti all’esterno della stazione Tiburtina a Roma per l’annunciata protesta contro il Green pass. Oltre a un gruppo di militanti di Forza Nuova, che ha affisso uno striscione,
altre venti persone circa si trovano ora all’esterno della stazione ferroviaria. L’area è presidiata dalle forze dell’ordine. “Italiani contro il Green pass”, il testo di uno striscione affisso da un gruppo
di militanti di Forza Nuova a una ringhiera nei pressi dell’ingresso della stazione Tiburtina a Roma. In piazza anche il leader romano Giuliano Castellino. Flop anche a Bari, dove la protesta ha visto la
partecipazione di non più di una decina di cittadini, radunati in piazza Aldo Moro, davanti alla stazione centrale del capoluogo, in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo del green pass per viaggiare.
“Non siamo qui per bloccare treni o creare problemi – hanno detto – ma per proporre la nostra versione dei fatti sui diritti costituzionali ormai calpestati e cancellati in questo Paese”.
I pochi manifestanti si sono scagliati contro i green pass, contro i vaccini obbligatori e, soprattutto, contro i giornalisti, insultati come “schifo, al soldo di un regime che ci sta distruggendo”.
Un docente precario di filosofia, un artigiano, un pensionato, una casalinga, sono questi i no-pass baresi, che annunciano che torneranno presto in piazza.