Un 43enne tarantino conosciuto dalle forze dell’ordine, era riuscito a evitare una condanna fingendosi morto ma, dopo essere stato arrestato per una
serie di furti nel Nord Italia, l’inganno è stato svelato. A ricostruire quanto accaduto è stata la Gazzetta del Mezzogiorno. L’uomo, dopo aver
commesso furti, tentativi di rapine e altri reati minori, aveva accumulato condanne per un totale di due anni di carcere. In un primo momento aveva
cercato di collaborare con le autorità facendo i nomi di alcuni complici e tentato la strada dell’affidamento ai servizi sociali. Ma questo non era bastato.
E così ha pensato bene di fingersi morto e di scappare al Nord. È riuscito a far chiudere il procedimento a suo carico “per la morte del reo”, come viene
scritto in questi casi, e a continuare la sua attività con un paio di complici in Veneto. Dove però è stato fermato dai Carabinieri, insieme a un
cittadino rumeno e a un altro italiano. I tre malviventi erano ritenuti gli autori di una rapina in un’abitazione, di alcuni furti notturni in una pizzeria e in un
bar dove erano stati portati via numerosi Gratta e Vinci. Quando i militari hanno rilevato le impronte digitali dei tre uomini il 43enne è stato incastrato.
Si è scoperto a quel punto, nelle carte l’uomo risultava ufficialmente deceduto da qualche settimana. Le sue impronte infatti non
corrispondevano al nome e al cognome riportati sulla carta di identità che aveva consegnato agli uomini dell’Arma, il documento era falso.
Ora per lui è probabile che si aprano le porte del carcere sia per i reati commessi in Puglia che per le sue imprese in Veneto. Potrebbe rischiare anche una
nuova condanna per aver inscenato la sua morte, dopo che dagli uffici giudiziari veneti è partita un’informativa verso quelli di Taranto che ha svelato il raggiro. Fonte Fanpage.it.