Febbre alta, per i medici non è grave. Muore dopo 10 ore di attesa al pronto soccorso

14 Maggio 2019 - 20:47

Febbre alta, per i medici non è grave. Muore dopo 10 ore di attesa al pronto soccorso

«E’ morta per aver atteso troppe ore un trasferimento dall’ospedale dove mancava persino il termometro». A parlare sono i familiari di Anna Rosaria Olmo, 66enne napoletana assistita venerdì scorso al San Giovanni Bosco, il presidio della Doganella dove la donna è giunta perché non riusciva più a urinare. I figli della paziente, deceduta domenica dopo il suo trasferimento al Cardarelli, hanno richiesto tutta la documentazione medica riguardo la mamma per denunciare ciò che ritengono in qualche modo, la causa della sua morte.

«Verso le 11 del mattino, abbiamo portato mamma al pronto soccorso del San Giovanni Bosco dove era stata assistita egregiamente anni fa per alcune patologie-spiega Marco de Chiara, uno dei figli – stavolta siamo arrivati al punto che dopo ore di permanenza al pronto soccorso, ho dovuto comprare un termometro in farmacia perché non ne trovavano e mia madre aveva 40 di febbre». Secondo la ricostruzione fornita dai parenti della donna, dopo le prime operazioni di assistenza sanitaria e un’ecografia che aveva individuato il blocco delle vie urinarie, «sono trascorse troppe ore per il trasporto della paziente in un altro ospedale».

«Ci hanno detto che era necessario un ricovero in un reparto di Urologia per operarla – spiega Marco – dal momento che non c’è questa specialistica al San Giovanni Bosco, ci aspettavamo il trasferimento in strutture competenti invece solo alle 21 l’ hanno portata con un’ambulanza al pronto soccorso del Cardarelli». Nel presidio della zona collinare, come da protocollo, i sanitari hanno dovuto ripetere tutti gli esami diagnostici e anche una Tac, accertando la presenza di un’infezione e ricoverando la donna in Medicina d’ urgenza fino al trasferimento, sabato pomeriggio, nel reparto di Rianimazione dove la paziente è deceduta alle 23.10 di domenica.

«Si tratta dell’ennesimo possibile episodio di malasanità in Campania – spiega Riccardo Vizzino, avvocato che sta seguendo i familiari della donna- all’ospedale San Giovanni Bosco si è manifestata una condizione altamente disagiata e a dir poco irrispettosa della dignità del paziente con lunghe ore di attesa e l’assenza di strumentazione idonea ed adeguata alla cura della stessa, compreso un banale termometro».

«Siamo pronti alla formulazione dell’esposto dinanzi alle competenti autorità al fine di far emergere le eventuali responsabilità di tipo penale» ha concluso Vizzino mentre dai vertici della struttura ospedaliera a fornire chiarimenti è Roberto Rago, direttore del San Giovanni Bosco che specifica «abbiamo i termometri ma bisogna attendere il proprio turno soprattutto quando il pronto soccorso è affollato».

«La paziente è stata sottoposta a tutte le possibili cure che potevano esserle fornite nel nostro presidio dai tracciati alla terapia antibiotica – spiega Rago – ci sono le ricevute dei fax che mostrano la ricerca effettuata più volte dai sanitari per trovare un posto in Urologia presso gli ospedali dotati di questo reparto ma nonostante i ripetuti tentativi e le richieste inviate al 118 e alle centrali Core e Cot non è uscita nessuna disponibilità ». «Per questi motivi è per evitare altre attese- conclude Rago – la paziente è stata trasportata al pronto soccorso del Cardarelli che comunque è dotato del reparto».

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