La Mostra del Cinema di Venezia è un’occasione per discutere di cinema e di cultura. Durante la presentazione di “Adagio”, il film di Stefano Sollima con Pierfrancesco Favino, l’attore romano ha lanciato una critica alle produzioni internazionali che scelgono attori stranieri per interpretare personaggi italiani.
Favino ha citato il caso di “House of Gucci”, il film di Ridley Scott in cui i Gucci hanno l’accento del New Jersey. Ha detto che si tratta di una visione stereotipata e macchiettistica dell’Italia, che non tiene conto della ricchezza e della varietà della nostra cultura.
Ha poi fatto riferimento a “Ferrari”, il film di Michael Mann che racconta la vita di Enzo Ferrari, interpretato dall’attore americano Adam Driver. Ha sottolineato che si tratta di un esempio di appropriazione culturale, in cui gli attori italiani vengono ignorati a favore di quelli stranieri, che sono lontani dalla realtà dei protagonisti delle storie.
Ha chiesto perché un cubano non può fare un messicano, ma un americano può fare un italiano. Ha affermato che si tratta di un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano, che ha una grande tradizione di attori e di cinema. Ha invitato a sollevare questo tema e a partecipare alle produzioni internazionali con più dignità e orgoglio.
Michael Mann, il regista di “Ferrari”, ha spiegato invece la sua scelta artistica. Ha detto che ha voluto raccontare la storia di Ferrari perché è una storia profondamente umana e universale. Ha scelto il 1957 come anno chiave, in cui Ferrari affronta dei conflitti interiori: i problemi in azienda, la morte del figlio, la crisi del matrimonio. Ha descritto Ferrari come un personaggio complesso e affascinante, che ha cambiato il mondo dell’automobilismo.
