Fausto Gresini: campione sulla pista, ma soprattutto nella vita

24 Febbraio 2021 - 20:35

Fausto Gresini: campione sulla pista, ma soprattutto nella vita

Fausto Gresini non ce l’ha fatta a vincere la battaglia contro il Covid. Un’emorragia cerebrale lo ha sottratto all’affetto di tanti appassionati che negli anni hanno imparato ad apprezzare le sue doti di pilota, di manager e soprattutto umane.

Si è arreso quando sembrava potesse vincere anche la battaglia con il subdolo coronavirus contratto a dicembre. Invece, il 23 febbraio alle dieci del mattino il suo cuore ha smesso di battere.

Dodici ore dopo il vergognoso annuncio della sua morte diffuso da un collega idiota che voleva dare la notizia per primo. E che tutti hanno rilanciato senza verificare.

Fausto, già campione del Mondo della 125 nel 1985. Due anni più tardi, vinse dieci delle undici prove del motomondiale conquistando il suo secondo titolo. Fu fermato soltanto da una foratura, mentre era in testa, nella rincorsa a un en plein storico.

Grande pilota, tecnico e grintoso, 21 gare vinte e 47 podi in 132 gare disputate. Il suo ricordo in sella, per me, è, però, legato indissolubilmente all’ultima gara della stagione 1990.

Phillip Island, 16 settembre, sono in tre a giocarsi il titolo 125, il tedesco Stefan Prein in testa con 169 punti, Loris Capirossi secondo con 162 punti e l’olandese Hans Spaan con 160 punti.

È la stagione del secondo mondiale di Ayrton Senna in Formula 1, quella delle polemiche sulla gestione della squadra Ferrari da parte di Cesare Fiorio con due galli nel pollaio, Prost e Mansell, che pensano più a ostacolarsi a vicenda che a fare gioco di squadra.

Tutto il contrario di quello che succede nel Team Pileri dove Fausto ha come compagno di squadra l’esordiente diciassettenne Loris Capirossi, inaspettatamente in lotta per titolo fino all’ultima prova su un circuito mai visto prima.

Al via Alessandro Gramigni ha un contatto con Prein, rimasto al palo, strappandogli la leva del cambio e costringendolo all’abbandono immediato. Un avversario in meno, ma anche Loris parte malissimo e Spaan si porta in testa.

Qui comincia il capolavoro di Gresini. Supera Spaan e rallenta tutto il gruppo di testa per permettere al giovane compagno di ricongiungersi. All’ultimo giro sono in cinque a giocarsi la vittoria, Gresini, Spaan, Romboni, Casanova e il piccolo Capirossi.

Fausto chiude il gas e si accontenta del quinto posto alle spalle di Spaan. Mentre Capirossi vince gara e titolo diventando il più giovane campione di tutti i tempi. L’olandese, furibondo per il “marcamento” serrato di Gresini, lo colpisce con un pugno sul casco a gara conclusa.

Nel 1992 arriva ancora una volta secondo nel Mondiale 125 e due anni più tardi si ritira dalle competizioni. Abbandonata la sella, fonda nel 1997 il team Gresini Racing, vincendo due titoli iridati.

Nella classe 250 con il giapponese Daijiro Kato nel 2001 e con Toni Elías nella stagione 2010 in Moto2. Nel 2018, questa volta con il Team Del Conca Gresini, Jorge Martín vince il titolo in Moto 3.

Nel 2019, ha vinto con Matteo Ferrari il primo MotoE World Champion. Dal 2002 il Team Gresini gareggia ininterrottamente anche nella classe regina, la MotoGP (fino al 2014 con la Honda, dal 2015 con l’Aprilia).

Nel 2004 con Sete Gibernau e nel 2005 con Marco Melandri fu l’avversario più insidioso per Valentino Rossi. La carriera di team manager è stata segnata da due gravi lutti, nel 2003 a Suzuka perse la vita Daijirō Katō.

Mentre a Marco Simoncelli fu fatale il secondo giro del Gp della Malesia del 2011 sul tracciato di Sepang. Quando Paolo Simoncelli, il padre di Marco, qualche anno più tardi fonda la squadra corse Sic58, Fausto è al suo fianco.

“Voglio esserci, anche con l’uno per cento, dimmi tu, non mi interessa, ma voglio esserci”. Questo era Fausto Gresini! Buon viaggio campione.

Andrea Fontana