L’incontro tra i quattro giudici del Tribunale dei Minorenni dell’Aquila e i due avvocati della “famiglia nel bosco” – Marco Femminella, titolare dello studio di Chieti, e la collega Danila Solinas – non si è concluso nel migliore dei modi.
All’uscita dal Tribunale, giovedì alle 17.30, i due legali avevano dichiarato all’unisono: «È stato un momento di confronto, di scambio e di condivisione di un percorso». E ancora: «Noi e i giudici perseguiamo lo stesso obiettivo, quello di mantenere unita la famiglia e garantire una crescita sana e consapevole dei minori». Per poi aggiungere: «Siamo ottimisti».
In realtà, le due ore e dieci di udienza sono state spesso animate da toni accesi. I giudici hanno più volte interrotto l’avvocato Femminella, incaricato di illustrare la posizione di Nathan Travellion e Catherine Birmingham, i genitori dei cinque figli, la cui visione di vita ruota attorno alla natura e alla libertà. Proprio la definizione di “stile di vita”, usata dal legale per descrivere le scelte della coppia, ha irritato la presidente del Tribunale, Cecilia Angrisano, che ha ribattuto: «Ciò che racconta non è uno stile di vita, ma una serie di privazioni per i minori». Il riferimento era all’abitazione ritenuta troppo piccola e poco sicura, agli infissi malridotti e al bagno a secco collocato in giardino.
Le posizioni, dunque, restano lontane. Da chi ha assistito all’udienza emerge la sensazione che i giudici minorili non modificheranno l’ordinanza finora emessa e che lasceranno alla Corte d’Appello, nella seduta del 16 dicembre, il compito di pronunciarsi sul ricorso presentato otto giorni fa dai difensori. Sarà quindi quel passaggio a determinare il futuro della famiglia Travellion-Birmingham.