Da Granada, “città del sole e dei fior” a Napoli, terra di pizza, mandolino e pallone. E coloro che da esperti ritengono che stasera Gattuso possa arrivare al capolinea della sua avventura napoletana, evidentemente non capiscono (è un eufemismo ndr) né il calcio, né Napoli.
Il tecnico calabrese, già appiedato da Boban e Maldini, pur dopo un buon campionato, non era stato ritenuto all’altezza di un progetto vincente. Il suo arrivo a Napoli, frutto anche di accordi tra Adl, Ancelotti e un importante manager internazionale, è servito per fare esperienza.
E magari crescere, nella speranza che anche il gruppo, dopo il distaccato Ancelotti, potesse giovarsi del suo carattere sanguigno. Qualche reazione, dopo un pessimo avvio, c’è stata, e molti si erano illusi che fosse arrivato il definitivo salto di qualità.
Come il lupo, però, questo Napoli, ha perso il pelo ma non il vizio di ottime prestazioni alternate a blackout improvvisi. Stasera perciò, anche se per Gattuso dovesse essere l’ultima panchina, poco cambierebbe per il futuro.
Perché questo Napoli incompleto era e incompleto resterà. Al di là di chi lo guida in panchina che potrebbe fare qualche punto in più, ma non essere vincente. E per Adl il cambio servirebbe solo ad accontentare i tifosi e i “sapientoni” e allontanare le critiche.
Insomma come nel Gattopardo, “tutto si cambi affinché nulla cambi”. Quella col Granada è solo una tappa di un calvario che, se il gruppo è davvero col tecnico, e se Gattuso non è andato in confusione per aver troppo smanettato anche lui sui social e col telecomando, potrebbe terminare stasera.
E non è detto che uscire dall’Europa col Granada sia il male peggiore visto che l’obiettivo era ed è il piazzamento Champions. Altrimenti Granada potrebbe essere per Gattuso – Villa, il suo canto come “l’ultimo addio di un nostalgico cuor”.
Non canterà la sua “canzon gitana” e certo, dovunque andrà, questa partita gli rimarrà nel cuore, non certo “come una luce e d’amore, quanto piuttosto di sangue inutilmente versato per una causa persa”.
E chissà se “Madonna Morena” lenirà la pena del suo cuore zingaro”. Perché se Granada è la fine del sogno, Napoli sarà il brusco risveglio per Ringhio. Che cercherà fortuna altrove. In ogni caso.
Sergio Curcio