«Mi rivolgo soprattutto ai giovani. Voi vedete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione, e soprattutto la testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi insieme riflettete, combattete, sperate, costruite: ecco perché questo vostro entusiasmo mi colpisce molto. Voi siete la speranza della politica».
Questo l’esordio trionfante del premier Draghi al Meeting di Rimini, visibilmente commosso dopo essere stato accolto da una lunghissima standing ovation e dagli applausi scroscianti delle persone presenti. Si riprende la scena, prima di lasciarla, ripercorrendo e rivendicando l’azione del governo da lui presieduto, mettendo il punto su alcuni temi che animano la campagna elettorale, sminando le pulsioni sovraniste, perché «l’isolazionismo non fa l’interesse dell’Italia», senza però entrare nel dibattito politico dei partiti. Il premier preferisce invece rivolgersi ai cittadini, in particolare ai più giovai: «Invito tutti ad andare a votare». E con lo sguardo già rivolto al futuro, Draghi osserva, con toni rassicuranti: «Guidare l’Italia è un onore, e mi auguro che il prossimo esecutivo superi le difficoltà che oggi sembrano insormontabili. L’Italia ce la farà».
Dopo aver ringraziato le istituzioni e il pubblico presente, Draghi ha ricordato i punti cardine del suo discorso di due anni fa, sempre a margine dell’evento di Comunione e Liberazione, in piena pandemia di Coronavirus, e prima di essere chiamato a guidare il governo di unità nazionale dal presidente Mattarella. «All’epoca – ricorda Draghi – eravamo in una fase acuta e dolorosa della pandemia, e qui al Meeting si provava già a riflettere su come ricostruire la nostra società, la nostra economia, dopo quel terribile trauma. Nel mio intervento provai a disegnare una politica economica adatta a un momento così duro».
Il presidente del Consiglio dimissionario ha proseguito: «Parlai dell’assoluta necessità di sostenere le famiglie, le imprese, in un periodo di recessione profonda e dissi di tornare a una crescita sostenibile e condivisa Parlai della distinzione tra debito buono e debito cattivo, ovvero tra la spesa che permette a un’economia di rafforzarsi e quella per interventi che non faccio crescere né la produzione, né l’equità sociale. Parlai dell’importanza di sostenere i più deboli e i più giovani. Queste idee hanno ispirato l’azione del governo di unità nazionale che il presidente della Repubblica mi ha chiesto di guidare qualche mese dopo per rispondere alla crisi che stavamo attraversando». E dopo questa breve parentesi, il presidente uscente aggiunge: «Adesso come allora, il Meeting è un’occasione unica per guardare avanti, con immaginazione e con pragmatismo, per ragionare sul Paese che siamo, su quello che vogliamo diventare».