Un uomo di 64 anni è condannato a entrare e uscire da carcere e comunità (ha già passato 50 anni così). Appena può compie atti osceni: si
abbassa i pantaloni in luoghi pubblici, come scuole o parchi, dove sono presenti minorenni. “Questo problema ce l’ho da sempre e non sono mai riusciti a
risolverlo, dicono che non c’è una cura. Ma io così vivo un’eterna condanna all’ergastolo ‘bianco’”, racconta. Per questo motivo l’esibizionista ha chiesto la
castrazione chimica, ma il tribunale gliel’ha negata poiché non rientra nelle pene contemplate dalla giurisprudenza italiana.
L’inibizione è stata rilanciata più volte da politici come Salvini che chiedono questo tipo di pena alternativa contro i reati sessuali. Il tribunale ha replicato “che in
Italia non è possibile ricorrere a questa forma di inibizione se non per motivi oncologici”, ha spiegato l’avvocato del 64enne. “Ha già fatto tutte le misure di
sicurezza previste dal codice, il suo è un ergastolo bianco. Lo Stato ne esce sconfitto perché non trova rimedio a casi così tristi”, ha aggiunto il legale.
Il responso per l’uomo è sempre di “disturbo antisociale di personalità” e gli esempi sono una serie. A settembre 2021 l’ultimo reato: era in permesso
per incontrare lo psichiatra quando, lungo il tragitto, aveva mostrato le sue parti intime a due minori in un parco giochi. Dalla casa di cura era passato
quindi al carcere di Alba (Cuneo), nella sezione casa lavoro. L’avvocato aveva chiesto un patteggiamento a sette mesi di carcere e il giudice si era
riservato di decidere. Dieci giorni dopo, perquisendo la sua camera nella struttura sanitaria, gli erano state trovate oltre 30mila foto pedopornografiche e a
Torino aveva patteggiato due anni. La castrazione chimica è un tipo di inibizione dell’attività delle gonadi e quindi della libido attraverso l’uso di farmaci.
In molti Paesi può essere richiesta come misura di prevenzione della reiterazione di violenze sessuali. Lo psichiatra Giorgio Gallino aveva concluso:
“La storia clinica e la letteratura scientifica dimostrano come la terapia farmacologica pur somministrata per lungo tempo non abbia mostrato alcuna utilità
nel modificare i suoi tratti di personalità antisociale. Anche rispetto alla possibilità di impedire il reiterare reati sessuali, la cura psicofarmacologica è inutile”. Fonte tgcom24.