Emilio Franchini nel cast protagonista del film “Medium”. L’intervista

25 Settembre 2021 - 13:47

Emilio Franchini nel cast protagonista  del film  “Medium”.  L’intervista

Il giovane attore esordiente Emilio Franchini sarà nel cast di Medium, un uscita nelle sale il prossimo 14 ottobre, e Una Preghiera per Giuda, entrambi prodotti da Emy Productions. Esperienze significative, svolte al fianco del regista Massimo Paolucci, di cui ci ha parlato in questa intervista esclusiva.

Emilio, il 14 ottobre 2021 uscirà nelle sale Medium, il film prodotto da Emy Productions che ti vede tra i protagonisti. Quale sarà il tuo ruolo?

“Medium è un thriller che si avvicina molto a un horror. Interpreto Walter, un ragazzo romano di periferia, che cresce in un ambiente non bellissimo; infatti, vive di rapine e, con altri ragazzi, è ormai avviato alla criminalità. E’ abituato però a

non fare colpi grandi, si accontenta di poco. Tutto parte, dunque, quando questi ragazzi decidono di fare una rapina in un bar, dove trovano tanti soldi. Se ci pensi, questo è improbabile, perché in luoghi del genere non si trovano di botto

70/80mila euro. Da lì, i criminali restano perplessi e non spendono i soldi; cercano di capire com’è possibile averne trovati così tanti. Appena tornano a casa, trovano dunque un boss, interpretato da Toni Sperandeo, che informa loro del fatto

che quel bar era usato come copertura da lui, che è un mafioso. L’uomo propone così al gruppo di tenersi il bottino, ma in cambio vuole un ‘favore’. I protagonisti si trovano quindi obbligati ad assecondarlo e si introducono in una villa in

Umbria, il cui proprietario è interpretato dall’attore Hal Yamanouchi, che ha nel suo curriculum Wolverine. Il suo è un personaggio un po’ inquietante. La figlia ha addosso una giada, un oggetto dal valore di 2 milioni di euro, che i ragazzi

devono recuperare sia per salvarsi la vita, sia per tenere il bottino insieme ad altri 200mila euro. I protagonisti troveranno quindi altri complici e andranno nella villa, senza sapere ciò che li aspetta. All’interno della stessa c’è, infatti, il male.

Non persone fisiche, ma qualcosa di diverso. Da un film d’azione, diventa dunque un horror. Walter, che ha una storia con una ragazza, rincontrerà nel colpo anche la sua ex e forse i sentimenti tra di loro non saranno del tutto finiti”.

E’ difficile girare un film horror?

“Non è sicuramente facile perché c’è un bel lavoro sotto a livello di scenografia e di trucco. Ci sono degli effetti speciali davvero molto fighi. Per me, è stata un’esperienza divertente essendo il mio primo film, girato tra Roma e l’Umbria. E’

stato molto divertente sperimentare questo genere, che non è il solito horror. Il pubblico non si aspetta che un film, che inizialmente sembra d’azione, si trasformi in horror”.

A proposito di protagonisti. Sei anche nel cast, con il ruolo principale, di Una Preghiera per Giuda, sempre prodotto da Emy Productions. Un film sicuramente diverso rispetto a Medium.

“Sì. E’ un film di mafia. Anche qui, devo dire di essere rimasto sorpreso dalla sceneggiatura. Non è il solito film di mafia dove si parla di droga e di altre cose brutte. Qui c’è amore, c’è il rancore verso un padre mai frequentato. Ci sono drammi,

passato e futuro; c’è tutto. E’ un film che mi ha preso al mille per mille, a livello emotivo, a livello fisico. Mi ha consumato tante energie, ma sono super soddisfatto. Ha nel cast attori americani importanti, come Danny Trejo e Natalie Burn.

Essere il protagonista di questo film mi ha reso veramente orgoglioso. Spero di aver mantenuto le aspettative. Già si parla di un seguito…”

Entrambi i film sono diretti da Massimo Paolucci. Come ti sei trovato a lavorare con lui?

“Massimo, per me, è uno di famiglia. Un anno e mezzo fa mi disse una frase: ‘Non sei tu a cercare il cinema, ma è lui che viene a cercarti’. E con me è andata proprio così. Massimo ha creduto in me, dandomi subito la possibilità dopo un film,

in inglese, che avevo girato con sole quattro pose. Lui ha visto che c’era del talento, della stoffa, e mi ha subito messo alla prova dandomi in Medium la parte del protagonista. Devo davvero dirgli grazie. E’ una persona di cuore, generosa; sul set è divertente perché con lui non ci si annoia mai. E’ anche una persona tosta, se sbagli si fa sentire. Ed è giusto così. In un’ambiente con 60/70 persone che compongono la troupe devi avere veramente polso. E lui ce l’ha: è molto creativo. E’ veramente un grande regista. Lui ha creduto in me e io ho creduto in lui”.

Immagino ci siano altri progetti che bollono in pentola, no?

“A chiacchiere ce ne sono tanti. Dopo questi due film importanti da protagonista, che usciranno sia al cinema e sia nelle piattaforme, mi sono stati offerti altri ruoli ugualmente interessanti. Bisogna sicuramente aspettare che si concretizzino.

Comunque sia, dovrei iniziare a girare un film horror a ottobre. E speriamo di girare presto Una Preghiera per Giuda 2 perché c’è questo amore impossibile tra il mio personaggio e quello interpretato da Martina Nasoni che, dal mio punto di

vista, colpirà molto. Il film ha poi dei paesaggi e dei panorami bellissimi. Ha una sceneggiatura molto bella scritta da tre persone. Era da tanti anni che non vedevo un progetto del genere in Italia. Nei film di mafia, di solito, rimane

quell’aspetto di crudeltà che ci deve essere, ma in Una Preghiera per Giuda prevale anche l’amore, oltre che il rancore e il perdono di un figlio, che ha il mio volto, per un padre, interpretato da Toni Sperandeo, che non ha mai vissuto perché è

stato sempre in carcere”.

Parliamo un po’ di te. Quando è nata la voglia di recitare?

“Ho cominciato a vent’anni, con delle comparse in Che Dio Ci Aiuti e in qualche pubblicità. In seguito, mi sono proiettato sul calcio, che è completamente un altro mondo. Non avevo la testa per studiare e ho lasciato perdere. Dopo dieci anni,

a trent’anni circa, con Instagram e i social, ho avuto l’occasione di fare quel film in inglese, di cui ti parlavo, con quattro pose ed ho conosciuto Massimo Paolucci. E’ riscattato quel fuoco per la recitazione che viveva in me. Posso stare anche

tredici/quattordici ore sul set; è un ambiente che non mi pesa e che amo. Fare l’attore è fantastico, è un mestiere che ti fa sognare, dove devi sempre migliorare. E’ nata una sfida con me stesso. Mi sono messo in gioco, anche facendo due

protagonisti in un anno e mezzo. Voglio sempre migliorare, fare corsi. Ormai questa fiamma si è riaccesa, ringraziando Dio, e so che non si spegnerà mai. Nel mondo della recitazione, attraverso i personaggi, puoi essere chiunque, vivere tante vite. E’ fantastico, da brividi”.

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