E’ fatta. Manca solo il comunicato ufficiale. Dopo mesi di lunghe trattative e infiniti vertici, il centrodestra – salvo colpi di scena dell’ultima ora – ha finalmente trovato la quadra sulle candidature alle elezioni regionali. La svolta nelle parole di Matteo Salvini: “L’accordo è a portata di mano. Sto lavorando personalmente a un’intesa complessiva. E da leader del primo partito e della coalizione sono pronto a fare un passo indietro, se sarà necessario. Pur di trovare una sintesi. Il leader della coalizione resto io”.
A stretto giro di posta Silvio Berlusconi aggiunge: “Sulle candidature alle Regionali l’accordo è fatto da mesi e non ci sono motivi per cambiarlo”. Ecco fatto. La Lega fa un passo indietro e dà il via libera a Raffaele Fitto in Puglia e a Francesco Acquaroli nelle Marche (candidati di Fratelli d’Italia) e a Stefano Caldoro in Campania (candidato di Forza Italia) e in cambio ottiene, oltre all’ok alla candidatura di Susanna Ceccardi, eurodeputata del Carroccio, in Toscana, la conferma che al momento è lui il leader della coalizione di Centrodestra.
Lo stesso Berlusconi, infatti, ha confermato l’accordo delle Politiche del 2018 per cui il candidato premier sarebbe stato il leader del partito con il maggior numero di voti, ammettendo che al momento è senza alcun dubbio la Lega, e quindi Salvini. Si sblocca dunque, una lunga partita durata sette mesi e che mette la parola fine alle divisioni che aveva contraddistinto il centrodestra fin da prima dell’emergenza Covid-19. Alle Regionali del 20-21 settembre, secondo voci di corridoio nei palazzi romani, vittoria sicura per Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia in Veneto e in Liguria. Difficile nelle Marche e in Puglia. Impossibile (o quasi) le partite in Campania e in Toscana.