Elezioni amministrative, si va verso il rinvio: voto tra settembre e ottobre

4 Marzo 2021 - 11:21

Elezioni amministrative, si va verso il rinvio: voto tra settembre e ottobre

Le prossime Le elezioni amministrative che dovevano tenersi ad aprile, potrebbero slittare all’autunno, a partire dalle Regionali in Calabria, dopo la

prematura scomparsa della Presidente Jole Santelli. Il decreto legge ancora non è arrivato a Palazzo Chigi ma – si apprende da fonti dell’esecutivo – nel

governo cresce l’ipotesi del rinvio a dopo l’estate di tutte le elezioni che si terranno da qui a fine giugno: si tratterebbe quindi delle Regionali previste in

Calabria l’11 aprile, delle suppletive di Siena e delle amministrative che si terranno in circa 1200 Comuni, tra i quali Roma e Milano. Tornate che, se si

aggiungono i tradizionali comizi politici nelle settimane precedenti, rappresenterebbero un rischio epidemiologico elevato. Al Viminale è

stata già terminata l’istruttoria per decretare il rinvio. Per farlo serve un decreto legge e quindi un Cdm. La data delle amministrative – che riguardano

anche Torino, Napoli e Bologna – sarebbe rimandata a 10 e 11 ottobre 2021. E quindi al 24-25 ottobre gli eventuali turni di ballottaggio. Un’istruttoria al ministero

dell’Interno è praticamente chiusa, ma si dovrebbe attendere ancora: «Si ragiona sulla possibilità di valutare altri 7 giorni di dati epidemiologici. Servirebbe

l’informale ok dei segretari dei partiti, si spiega in ambienti ministeriali. Il rinvio potrebbe fare meno comodo a quelle forze date dai sondaggi in costante

ascesa. “Ma pensare a un voto e ai comizi che lo precedono, in un momento in cui si paventa una zona rossa nazionale sarebbe illogico”, spiega una fonte di

maggioranza. E il tempo stringe.
Ci sono, inoltre, due appendici a rafforzare la possibile mossa del governo. La prima è la scuola: ulteriori

rallentamenti del calendario a causa dell’organizzazione dei seggi andrebbero a danneggiare uno dei settori più colpiti dalla pandemia. La seconda fa

riferimento alle parole con cui il presidente Sergio Mattarella, annunciando il conferimento dell’incarico a Draghi, sottolineò il

rischio epidemiologico di un ritorno al voto in primavera. Parole che un qualsiasi partito di maggioranza avrebbe difficoltà, con la curva dei contagi in ascesa, a contraddire.

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