Benvenuta Elena Starace, la bionda misteriosa di “Resta con me”. Com’è stato girare questa serie emozionante nella tua città?
Ciao a tutti e grazie per la Vostra intervista.
Dunque, le riprese di “Resta con me” si sono svolte tra Napoli e Roma, città a cui sono legata sin dai primi anni di studi e formazione e dove ho iniziato a muovere i primi passi sul set.
Vi aspettavate il successo che sta raggiungendo questa serie su Rai 1?
Il successo di un prodotto non è mai scontato ma alcuni elementi, alcuni ingredienti di base, possono offrire un margine di previsione. Uno di questi, almeno per quanto mi riguarda, è stata la presenza, al timone di Regia, di Monica Vullo.
La tua ascesa nel cinema e nella televisione è iniziata nel 2012, interpretando dei ruoli abbastanza importanti in diverse occasioni.In quale veste ti sei sentita più a tuo agio, nei vari film e serie girati, e quale ti è piaciuta di più?
Mi sono sentita sempre a mio agio con i personaggi che nel tempo mi sono stati affidati. Ho studiato il miglior modo di dar loro una forma, una voce e una motivazione cercando di rispettare la scrittura di partenza e la visione registica e traducendola col mio linguaggio espressivo e interpretativo. È sempre un lavoro di squadra.
Nel 2014, hai interpretato in Gomorra il ruolo di Noemi, la fidanzata di Genny Savastano.Com’è stato essere parte integrante di una delle serie che hanno avuto più successo nel mondo?
L’eco del successo di Gomorra è un buon accompagnamento e lo è per la qualità artistica e tecnica che ha sotteso la realizzazione della Serie.
Parlando di Elena adesso, e non dei personaggi che ha realizzato, cosa ti senti di dire del tuo percorso artistico e professionale?
Che si tratta davvero di un percorso, di una ricerca, che non può prescindere da ostacoli, cambiamenti ed evoluzioni.
Nel 2016 hai pubblicato il tuo primo romanzo “Anime pezzentelle”. Com’è nato e a cosa è ispirato?
L’origine di Anime Pezzentelle la colloco tutta nel profondissimo amore che ho per Napoli e per la sua eterna magia, in cui ho voluto cullarmi e sporcarmi, scrivendo una storia che per metà appartiene alle mie radici e per metà si muove nell’invenzione letteraria. Lo stesso percorso, in fondo, di “Brazil, agli occhi di Dio”, romanzo pubblicato a Ottobre da Augh Edizioni e scritto a quattro mani con Angelo Trombetti. Anche qui, come nel primo libro, uno dei principali personaggi è la città stessa, solo che, in questo caso, si tratta della megalopoli di San Paolo.
Nelle grandi storie d’amore c’è sempre una scintilla che scocca. Qual è stata la tua per farti innamorare del teatro?
Ho iniziato da bambina e la scintilla fu la sensazione, vividissima, che la prima lezione di recitazione avesse squarciato, davanti ai miei occhi, un velo, e quella sensazione, l’emozione che ne scaturì, di sentire la vita in maniera diversa, di percepire altre dimensioni, altri spazi, altri scenari veri tanto quanto quelli del visibile, fu il mio punto di non ritorno.
Cosa ti auguri per il tuo futuro?
Che il mio lavoro, o meglio, che il mio apporto al mondo artistico possa risultare sempre più costruttivo e luminoso.
Grazie per la disponibilità avuta nei nostri confronti,ti auguriamo il meglio!