È morto Cesare Ragazzi, l’imprenditore patron assoluto del trapianto di capelli. Alla base della repentina desertica sarebbe stato un malore. Con lui, se ne va un pezzo di storia italiana.
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È morto Cesare Ragazzi, l’imprenditore che ha diffuso in Italia il trapianto tricologico. Nato a Bazzano, nel bolognese nel 1941, a partire dagli anni Settanta, grazie all’invenzione e alla promozione di una protesi tricologica. Si trattava di un trapianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto tramite un nastro speciale, il suo nome divenne noto in tutta Italia. Lui stesso lo descriveva come “un parrucchino fatto di capelli naturali”.
La sua è stata una carriera partita da uno scantinato, il suo primo laboratorio, nel 1968.
“Sono riuscito ad aprire circa 80 centri in Italia. Più otto all’estero. Per 40 anni abbiamo avuto 700 stipendi. Ma prima di arrivarci ho sofferto la fame e lavorato come un pazzo”. Spiegava. I sacrifici sono stati premiati, poiché il progetto è arrivato anche a New York.
Ma ormai di quell’impero non restava più niente. “L’azienda è stata comprata sei anni fa da un fondo d’investimento inglese. Nel frattempo, ho brevettato un altro tipo di impianto di capelli sicuro e funzionale che vorrei vendere”. Ha detto.
“Salve! Sono Cesare Ragazzi” è diventata una frase iconica, ma anche una battuta di spirito che è entrata nel linguaggio comune. Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia.
Fonte: Fanpage
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