Tra i dispersi della tragedia di Ischia ci sono due neonati ed un’anziana donna di 93 anni bloccata in casa dal fango che ha sommerso l’abitazione.
I feriti sono 4, dei quali uno grave, ricoverato in codice rosso al Trauma Center dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli. Il maltempo che si è abbattuto sull’Isola Verde ha provocato enormi disastri, distruggendo le abitazioni. Una donna di 31 anni è morta, si tratta di Eleonora Sirabella, originaria di Lacco Ameno, ma residente a Casamicciola. La giovane faceva la commessa in un negozio di abbigliamento e sognava di sposarsi con l’attuale compagno, un marinaio del posto, che è ancora tra i dispersi.
Gli sfollati sono 167 e hanno trovato tutti sistemazione presso gli alberghi dell’isola o autonomamente. Sono questi i dati dell’ultimo bollettino diramato dal Prefetto di Napoli Claudio Palomba, al termine della riunione del Centro coordinamento soccorsi che si è svolto questa mattina in Prefettura.
Il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha spiegato in un tweet che “A Ischia da più di 24 ore soccorritori, volontari e tecnici stanno lavorando senza sosta per cercare i dispersi, riaprire le strade, raggiungere le zone ancora isolate e dare assistenza agli sfollati. Sull’isola è in corso il sopralluogo del Capo Dipartimento Curcio per seguire da vicino l’azione di risposta all’emergenza”
Continuano senza sosta le ricerche degli 11 dispersi a Ischia, agevolate oggi anche dalle migliori condizioni meteorologiche. Ieri mattina, attorno alle ore 5,00, un costone di montagna si è staccato. Un enorme fiume di fango e pietre si è riversato sulle abitazioni. Dovrebbero essere 15 le case colpite.
Tra gli 11 dispersi ci sono due distinti nuclei familiari con 2 bambini neonati. Sette persone abitavano in via Celario, sotto il monte Epomeo, a Casamicciola Terme.
Ci sono poi due cittadini bulgari, una donna di nome Nina, a Ischia da 2 giorni, e un suo amico connazionale.
A Ischia, nonostante le migliori condizioni meteo, c’è ancora un forte vento. I soccorritori hanno lavorato tutta la notte servendosi di generatori elettrici, per cercare di scavare nel fango che però è ancora denso. Per questo motivo, anche i cani molecolari delle unità cinofile non possono intervenire per cercare i sopravvissuti. Al porto ci sono i sommozzatori che scandagliano ogni centimetro delle acque.
Fonte: fanpage