Due deputati espongono “Genocide”, caos durante il discorso di Trump: cacciati via di forza

13 Ottobre 2025 - 14:04

Due deputati espongono “Genocide”, caos durante il discorso di Trump: cacciati via di forza

Momenti di altissima tensione alla Knesset, a Gerusalemme. Donald Trump stava parlando davanti ai parlamentari israeliani quando due deputati lo hanno interrotto urlando “Genocidio”. La protesta ha scatenato un parapiglia in aula.

I due deputati, Ayman Odeh e Ofer Cassif, hanno sventolato un cartello con la scritta “Genocide”. Subito dopo, gli agenti della sicurezza li hanno trascinati via tra urla e applausi contrapposti. L’aula si è divisa. Da un lato chi applaudiva il gesto, dall’altro chi difendeva l’ex presidente americano.

Trump, visibilmente infastidito, ha ripreso il suo discorso. “La pace non è solo un sogno”, ha dichiarato con tono deciso. “È una realtà che possiamo costruire, giorno dopo giorno, se scegliamo la collaborazione invece dell’odio.” Le sue parole hanno riacceso il dibattito tra i presenti.

Poi Trump ha parlato del futuro della regione. “Il Medio Oriente ha un potenziale straordinario”, ha detto. “Per troppo tempo, qui si è alimentato solo terrorismo e antisemitismo. Ora è il momento di cambiare rotta.”

Ma il presidente non si è fermato lì. Con una frase destinata a far discutere, ha annunciato: “Ora ci concentreremo sulla Russia. Risolveremo anche quella situazione.” Le sue parole hanno suscitato mormorii tra i parlamentari.

Il discorso si è fatto poi più duro quando Trump ha toccato il tema di Gaza. “Gaza sarà smilitarizzata. Hamas deporrà le armi”, ha affermato. “Va sostenuto il piano per Gaza, concordato con il premier Netanyahu alla Casa Bianca.”

Secondo Trump, solo il disarmo potrà garantire sicurezza e stabilità durature. Tuttavia, molti osservatori restano scettici. Alcuni vedono in queste parole un’illusione più che un progetto realistico.

Mentre l’aula tornava lentamente alla calma, il messaggio di fondo è rimasto chiaro: Trump vuole imporsi come mediatore globale. Ma a Gerusalemme, tra applausi e proteste, la pace resta ancora un campo di battaglia.

Fonte: La Repubblica

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