Doppia emergenza ai tempi del Covid: donne vittime di violenza

25 Novembre 2020 - 16:23

Doppia emergenza ai tempi del Covid: donne vittime di violenza

Se una società genera forme mostruose di sopraffazione e di violenza contro le donne, è necessario usare un termine. Un termine che esprima quella violenza e quella sopraffazione: FEMMINICIDIO.


ASSENZA DI PREVENZIONE

La pandemia mette a dura prova anche chi lavora in prima linea per la difesa delle donne dalla violenza maschile.
Un fenomeno che è sempre inquietante, soprattutto per le molte donne che sono costrette in casa – a causa dei vari lockdown – insieme a mariti, compagni e/o famiglie violente.

A tal proposito, il sottosegretario di Stato del Ministero dell’InternoAchille Variati – afferma:

«Non è un caso che, proprio durante il lockdown, le richieste di aiuto ai numeri antiviolenza siano raddoppiate. Subito dopo – tra maggio e giugno – sono stati denunciati più reati che nello stesso periodo dell’anno scorso. Segno che c’è una lotta da fare e un lavoro intenso da svolgere.

Un lavoro per sradicare una subcultura della violenza e della sopraffazione che fa ancora parte, purtroppo, della psicologia di troppi uomini. Ed è giusto ricordarlo oggi, nel sessantesimo anniversario dell’uccisione brutale delle tre sorelle Mirabal, oppositrici della dittatura che all’epoca insanguinava la Repubblica Dominicana».

LA STORIA

Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il 25 novembre non è una data casuale
:
infatti, quel giorno – del 1960 – vide l’uccisione delle sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.

Il 25 novembre del 1960,
le tre donne si recarono a far visita ai loro mariti in carcere. Ma furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare, che le portarono in un luogo nascosto. Lì furono torturate, stuprate e strangolate a bordo della loro auto.

Il tremendo assassinio delle tre sorelle Mirabal fu fortemente sentito dall’opinione pubblica.

Le tre donne sono considerate ancora oggi delle rivoluzionarie.
Per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos.
Le sorelle Mirabal sono conosciute anche con il nome “Mariposas”,
poiché simili a delle farfalle in cerca di libertà.

Il tragico evento di quel 25 novembre ha così ispirato la Giornata che oggi ricordiamo.

OGGI

A ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – il 25 novembre – l’associazione ActionAid ha diffuso un monitoraggio sul fenomeno della violenza:
fondi destinati al settore e controllo della situazione nelle Regioni alle prese con l’emergenza Covid-19.

ActionAid afferma che i Centri Antiviolenza (CAV) e le case rifugio «durante la pandemia sono gli unici spazi che hanno continuato a funzionare del sistema antiviolenza. (…)Solo l’enorme impegno dei CAV – anche nelle situazioni più critiche, come quelle lombarde – ha garantito alle donne che subiscono violenza, di essere supportate».

https://www.telefonorosa.it/centri-antiviolenza/

Infatti, durante il primo “lockdown”, il numero delle chiamate d’aiuto al 1522 è più che raddoppiato, rispetto al 2019.

Il rapporto 2020 si è focalizzato sulla risposta all’emergenza Covid19 in Lombardia, Calabria e Sicilia.

La pandemia ha reso ancora più gravi alcuni ritardi, ormai storici.
Ritardi come quelli della ripartizione ed erogazione dei fondi dallo Stato alle Regioni.

La situazione ha quindi messo in evidenza ulteriori difficoltà.
Disagi cui si deve far fronte soprattutto attraverso adeguati piani nazionali contro la violenza.
Ed è per questo che lo Stato avrebbe dovuto mettere in atto un piano di prevenzione nazionale – già dal 2014.


“Non è tollerabile che le Istituzioni si presentino impreparate a fronteggiare un nuovo lockdown. L’epidemia ci ha dato lezioni che non dobbiamo dimenticare. Prima tra tutte, il ruolo essenziale dei CAV e delle case rifugio nel sostegno territoriale alle donne. (…) Ma l’intervento (di questi centri) funziona solo con supporti adeguati.

È necessario uscire dalla logica emergenziale per creare un sistema forte e duraturo.

(…)Oggi è necessario istituire un Fondo di emergenza con risorse aggiuntive e prontamente disponibili”.
Le parole di Elisa Visconti, Responsabile dei Programmi di ActionAid

Risorse e ritardi burocratici

Il Dipartimento Pari Opportunità – per il 2019 – ha ripartito tra le Regioni 30 milioni di euro.
Di questi, 20 milioni da destinare al funzionamento ordinario di case rifugio e Centri Antiviolenza; mentre i restanti 10 milioni, per il Piano Antiviolenza.

In tempi di Covid, per rispondere ai nuovi bisogni delle strutture di accoglienza, il Ministro per le Pari Opportunità ha firmato un Decreto.
Una procedura accelerata per il trasferimento delle risorse – quelle per il 2019. Tale decreto prevede la possibilità di usare i fondi destinati al Piano antiviolenza per coprire le spese dell’emergenza sanitaria. 

Ad oggi solo il 10% dei fondi 2019 è in effetti arrivato ai Centri Antiviolenza.
Nessun Decreto è stato ancora emanato dal DPO per i Fondi Antiviolenza 2020. 


Il Piano Antiviolenza, l’occasione mancata

Alla vigilia dell’elaborazione del nuovo Piano Nazionale, si fanno dei bilanci.
L’analisi dell’attuazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne – adottato nel 2017 e reso operativo solo due anni dopo – rivela la sua incompletezza. Non solo, ma anche il mancato rispetto della promessa di una trasparenza decisionale e dei processi.


PREVENZIONE: LA GRANDE ASSENTE

Se il Dipartimento per le Pari Opportunità avesse agito tempestivamente – nel corso degli anni – con attività preventive dei piani antiviolenza, senz’altro ci sarebbe stata una drastica riduzione dei casi.

Invece, durante l’emergenza, è stato necessario l’invio di una circolare alle forze di polizia, per sensibilizzarle appunto sulla violenza domestica. Così da favorire l’emersione di richieste d’aiuto da parte delle donne. 

Allo stesso modo, se il numero  1522  fosse regolarmente pubblicizzato come dovrebbe, tutte le donne sarebbero opportunamente informate sui servizi a cui rivolgersi. 


Fondo per la Campagna #Closed4women

Lo scorso marzo, ActionAid ha creato il Fondo di pronto intervento #closed4women, per permettere alle case rifugio di sostenere le spese.
In tutta Italia, 24 centri hanno potuto acquistare dei dispositivi sanitari (mascherine, disinfettante, guanti).

Quindi è stato possibile sanificare gli spazi, dare continuità ai servizi di supporto psicologico e legale, fornire aiuti alimentari, sostenere economicamente donne che hanno dovuto interrompere percorsi di inserimento lavorativo a causa del Covid19.

Le donne coinvolte nel programma sono state 189, con 100 tra figlie e figli a carico.

ActionAid rilancia il Fondo di emergenza con un nuovo finanziamento, per supportare i Centri Antiviolenza in questa seconda fase di pandemia. 

https://www.actionaid.it/informati/notizie/closed4women

“LA VIOLENZA È L’ULTIMO RIFUGIO DEGLI INCAPACI.”
(Isaac Asimov, divulgatore scientifico e scrittore russo)

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Marilìa Testa

Da bambina comincio a muovere i primi passi nell’ambiente dello Spettacolo, animata dal “fuoco sacro” di una Vocazione Artistica. Non disgiunte, le passioni per gli studi classico-umanistici, la scrittura e un certo tipo di giornalismo (d'inchiesta e radiotelevisivo). Nata a Napoli, vivo a Pozzuoli, nella terra ardente (per etimologia, ma non solo) dei Campi Flegrei e figlio dei vulcani risulta, un temperamento impetuoso e idealista, sanguigno, viscerale e volitivo che mi guida. Mi piace definirmi una “ricerc-Attrice” per la totale abnegazione e lo spirito da cronista con cui affronto un lavoro, cercando materiale utile, al fine di arricchire un bagaglio personale e la vita interiore di un personaggio da incarnare, in contatto con la mia emotività, incanalando emozioni ed energie, anche sulla scia dei metodi Stanislavskij-Strasberg. Verità e Giustizia come princìpi fondanti e personali motori interiori. Credo fermamente nell'importanza e nella necessità di una libera informazione, anche per far fronte a momenti emergenziali - in periodi di crisi collettiva - con una maggiore prontezza e consapevolezza. Vorrei provare a offrire un servizio di approfondimento culturale, con un focus sul settore Cultura e Spettacolo, nella speranza di una qualche utilità sociale.